Nel libro II dell'Eneide, il pius Enea scappa da Troia con il figlioletto Ascanio e con il padre Anchise sulle spalle. Un gesto amorevole e necessario, che sottolinea la centralità dell'eroe troiano e la responsabilità di cui viene investito per salvare tre vite umane, la sua e e quella di suo padre e suo figlio. Una responsabilità avuta, Virgilio perdoni il parallelismo, da Cristiano Ronaldo ieri sera. Il calciatore portoghese era l'uomo più atteso e ieri sera è riuscito nel suo compito di caricarsi la Juventus sulle spalle per superare gli Ottavi di finale di questa edizione della Champions League. 

Dopo il 2-0 dell'andata, lui e i bianconeri erano chiamati alla clamorosa rimonta contro un Atletico Madrid arcigno ma mai così docile come ieri sera. La Juventus sbriga la pratica in novanta minuti, segna tre goal e si conferma finalmente big europea tra le big europee. Tre reti tutte marcate da Cristiano Ronaldo. Scesi in campo con un 3-5-2 molto ampio, i bianconeri cominciano la sfida adottando un pressing veemente e costante. Il ditkat del tecnico di casa è quello di allargare la manovra e accerchiare l'Atletico, sfruttando Cancelo e Spinazzola piazzati tra le linee spagnole. A destra, il portoghese viene limitato dall'esperto Juanfran, piazzato lì per mancanza di interpreti mancini, a sinistra Spinazzola galoppa senza problemi e crea scompiglio. 

La manovra bianconera è fluida, Matuidi in mediana e Can terzo centrale annullano gli attaccanti colchoneri. La Juventus attacca con criterio, regge l'urto e si rende subito pericolosa nei primi minuti, quando è Chiellini a segnare da corner. Kuipers annulla però per carica di Cristiano Ronaldo su Oblak. La rete annullata non spegne le velleità della Juventus. Sempre grazie all'inossidabile Can, i bianconeri ripartono con velocità e limitano l'undici ospite. Il goal è nell'aria e si concretizza al ventisettesimo, quando proprio Cristiano Ronaldo taglia in diagonale e stacca il povero Juanfran su assist di Bernardeschi. Oblak è battuto ma CR7 non esulta alla sua maniera. Incita il pubblico e riprende subito a "guidare" i compagni.

La vittoria mentale della Juventus sta tutta nei gesti di Cristiano. Il portoghese limita al minimo le moine, diventa pragmatico, cerca di duettare con i compagni e applaude. I bianconeri ne risentono in maniera positiva, spingono a mille e evitano che l'Atletico possa partire in contropiede. La manovra non conosce errori, gli spagnoli non riescono a rubare palloni e ripartire come fatto all'andata. L'assenza di Diego Costa poi abbassa la pericolosità degli uomini di Simeone, con Morata titolare che si conferma ancora una volta un eterno incompiuto, fermato costantemente da Chiellini prima e Bonucci poi. La ripresa non cambia di spartito, la Juventus continua ad attaccare e segna anche il raddoppio pochi minuti dopo l'inizio della frazione.

A fare 2-0 ci pensa sempre Cristiano Ronaldo. L'azione è simile a quella del primo goal: Cancelo scodella in mezzo e l'ex Real Madrid salta di testa. Oblak vola e respinge ma il pallone è già entrato. Lo Stadium esulta, Ronaldo anche ma ancora non alla sua maniera. Simeone capisce che deve cambiare qualcosa e vota la squadra all'attacco. Cambia poco agli spagnoli, tutto alla Juventus. Allegri non arretra la squadra di un millimetro ma anzi, toglie Spinazzola per Dybala e sposta l'imprendibile Bernardeschi a sinistra. L'ex viola è la chiave di volta dell'incontro: imprendibile per tutti i novanta minuti e sempre pericoloso sulla trequarti. All'86' si concretizza il miracolo. Bernardeschi strappa dalla sua difesa e si fa ottanta metri, arriva nell'area spagnola e viene atterrato da una spinta di Correa. Per Kuipers è calcio di rigore.

Dal dischetto non sbaglia Cristiano Ronaldo, libero finalmente di esultare con un "siuuu" diventato icona. La Juventus controlla fino alla fine, l'Atletico è battuto. Un plauso va sicuramente a Massimiliano Allegri, autore di un vero e proprio capolavoro tattico con il suo 3-5-2 e con Emre Can nei tre di difesa. Menzione particolare anche a Paulo Dybala, entrato nell'ultima parentesi di gara e bravo a tenere palla e sgusciare via tra gli avversari. Una Juventus finalmente tonica e tosta, guidata da un Ronaldo mentalmente inossidabile e pronta a regalarsi altre notti europee come quelle di ieri. Per arrivare, come dice il suo slogan, "fino alla fine" della competizione europea.