Partita che sorprende quella fra la Roma di Eusebio di Francesco e la Spal di Leonardo Semplici. A seguito del primo anticipo della 9a giornata di Serie A, giocato alle 15:00 sul prato verde dell'Olimpico, il tabellino segna un clamoroso 0-2 per la compagine di Ferrara che espugna lo stadio romano in una vittoria che mancava dall'8 gennaio 1967. 

"Bentornata cara vecchia Roma" verrebbe da dire. Nonostante la fra sembri immergersi in un'accezione positiva, per "vecchia Roma" s'intende quella squadra che dà l'impressione di essere finalmente diventata una grande che può competere per trofei e posti ambiziosi,  ma che di grande, nei successivi match, non ha nulla. La Roma torna con i piedi per terra, un'altra volta, e perde fra i fischi dei suoi tifosi una partita che, sulla carta, vedeva il favore del pronostico dalla parte degli uomini di di Francesco. Si ritorna indietro, si ricomincia da capo e l'allenatore giallorosso è obbligato a cercare una svolta che i suoi giocatori non sembrano voler prendere. 

Semplici non ha dubbi sul modulo: 3-5-2 anche davanti alla Lupa. Nessuna sorpresa se non per l'impiego della coppia Petagna-Paloschi. L'ex allenatore del Sassuolo, invece, preferisce andare verso il 4-2-3-1 dove mancano tanti, forse troppi, uomini cardine del gioco giallorosso. Gli acciacchi di Manolas, De Rossi e Kolarov hanno costretto ad una variazione. Ecco, dunque, Cristante che affianca Steven Nzonzi sulla mediana mentre Pellegrini è stato posto sulla trequarti alle spalle di Edin Dzeko. I suoi "angeli custode", invece, sulle fasce, sono stati El Shaarawy e Under. Marcano, invece, affianca Manolas. 

Se si dovesse affiancare il risultato finale con il primo impatto sul match della squadra di casa, allora, lo 0-2 maturato verrebbe segnalato come un risultato ingiusto. I movimenti dei giallorossi sono quelli giusti, Pellegrini crea gli spazi che liberano Dzeko che toglie il tempo ai difensori emiliani favorendo alcune incursioni di Alessandro Florenzi. I primi 10' di partita vedono la Roma dominare ma la Spal fa il suo "sporco" lavoro e difende tentando qualche ripartenza. I passaggi rapidi ed il possesso di palla sprizzante della Roma cerca di essere fermato dal pressing assiduo di Petagna e Paloschi che, a turno, vanno a pressare  Nzonzi e Cristante, creatori del gioco della Roma. Il pressing elaborato dalla mente di Semplici sembra funzionare. Nonostante il dominio nel possesso di palla per i giallorossi nei primi 45', la Spal difende in maniera ordinata anche grazie alla poca incisività e cattiveria dei padroni di casa. La formazione ospite chiude il primo tempo in vantaggio grazie alla rete di Petagna, unico tiro in porta della Spal. 

Il secondo tempo gira ai ritmi del primo, per quanto riguarda la squadra di Semplici. Se si guarda la prestazione dei padroni di casa, invece, la situazione è peggiorata. L'impostazione del gioco passa sempre dai piedi di Cristante e Nzonzi ma, stavolta, la lentezza è evidente e insediata nelle gambe dei giallorossi. Pellegrini risulta uno dei centrocampisti che prova a raddrizzare la gara con convinzione e voglia. L'ex Sassuolo ci va vicino con un gran sinistro che scuote la traversa. Ma anche le sue percussioni si ingolfano nel traffico nel giro di pochi minuti. Cristante, che avrebbe dovuto fare il "vice-De Rossi" non ha rispettato l'ottima prestazione di Champions League e compie diversi passi indietro, metaforici ma anche sostanziali. Inutili i cambi: Coric sognava un esordio migliore mentre Pastore sembrava talmente confuso che, nei pochi minuti a disposizione, per poco, non crea un occasione da gol per la Spal perdendo un pallone che poteva sembrare sanguinoso. Se non c'è Batman "c'è Robin" verrebbe da pensare. Olsen, infatti, è stato protagonista di tre parate che sono riuscite a "salvare" la sua squadra. L'emorragia mancata della Lupa è dovuta anche alla sufficiente prestazione dell'estremo difensore. Un turning point consegnato, ma mai arrivato, dai piedi di El Shaarawy che riesce a suggerire per Dzeko che sbaglia, tanto clamorosamente quanto il risultato finale, da solo davanti la porta. L'azione successiva è stata quella del raddoppio di Bonifazi. Proprio il bosniaco ha fatto male, malissimo, alla propria squadra, ai propri compagni e ai propri tifosi. L'alone di negatività che circonda il numero 9 giallorosso sembra influire con una forte negatività sul resto della squadra. Immobile, poco intraprendente, il dottor Jekyll che diventa il signor Hyde. Un attaccante deve segnare e trascinare e, al momento, Dzeko non è quel tipo di giocatore. Urge un cambiamento in casa Roma.