Marco Benassi e Niccolò Barella sono due volti nuovi della Nazionale Italiana di Calcio. Intervenuti in conferenza stampa, i due centrocampisti hanno parlato dei personali momenti di carriera e dei prossimi impegni della Nazionale: "Da quando sono in Serie A è il momento migliore - ha detto Benassi - è cambiato qualcosa a livello mentale. Sono più libero e sereno, conoscevo l'allenatore, il gruppo l'ho vissuto l'anno scorso... continuare a segnare così sarà difficile, ma sono più portato alla fase offensiva. Prima c'è la prestazione, poi il gol è conseguenza". Ugualmente soddisfatto Barella: "Io sono a casa mia, nella squadra della mia città. Il presidente ha deciso di tenermi, ma non è una scelta non solo mia né della società. Sono arrivate delle offerte, ma non ho neanche preso in considerazione quello che è arrivato".
Passaggio fondamentale, sul momento dei giovani italiani: "Ho sentito quello che ha detto il mister, avere meno scelta è più difficile. Dobbiamo fare il massimo per aiutare la nazionale al meglio" chiosa Benassi, ripreso da Barella: "A me piace guardare le partite, ho visto l'europeo under19, credo ci siano buonissimi giocatori anche lì. Noi dobbiamo alzare il livello, ancora di più. Speriamo arrivino altri in grado di fare il salto".
Ciò che impressiona di Barella, è la sua capacità di essere un leader, anche se il talento del Cagliari allontana questa sua abilità: "Io non mi sento la pressione addosso, non mi sento proprio un leader. Per riuscire bisogna dare il massimo, essere sempre concentrati e io sono questo. Sono riuscito a emergere dal settore giovanile". Sui giovani, Benassi "chiede aiuto" al suo compagno di reparto: "Barella lo può dire meglio di me perché è più giovane e li conosce. Bisogna avere il coraggio di buttarmi dentro, io devo ringraziare Stramaccioni perché mi ha fatto esordire sin da subito. Altrimenti probabilmente avrei fatto esperienze in Serie B".
In ultimo, Benassi dice la sua sul passato al Torino e sul momento alla Fiorentina: "Negli ultimi due mesi con Mihajlovic non avevo più giocato per una questione di modulo. Mi era stato detto che non c'era spazio. Non so se per ragioni d'età o effettiva. I miei goal in viola? Credo ci sia molto merito dell'allenatore. Noi centrocampisti e mezz'ali diventiamo trequartisti, essendo più vicini alla porta c'è più probabilità di segnare".