In pochi meglio di Monchi conoscono pregi e difetti di Nzonzi. L'attuale ds della Roma ha avuto al Siviglia il centrocampista francese per diverse stagioni e ha potuto apprezzarne l'importanza in campo per gli equilibri andalusi, anche quando in panchina si sono seduti allenatori come Sampaoli dalla mentalità molto offensiva. Il francese, però, non mancava mai in formazione, diga fondamentale per mantenere equilibrio in squadre che spesso erano ricche di fantasisti, punte ed esterni offensivi.
Nzonzi arriva alla Roma per 26,5 milioni di euro più 4 di bonus e con un contratto fino al 2022. Un'operazione importante sotto tutti i punti di vista per la Roma che si assicura un giocatore cercato in passato anche da altre grandi squadre che però non avevano mai affondato completamente il colpo per lui. Di Francesco, ora, si trova per le mani un giocatore di esperienza, carisma, in grado di aiutare i tanti giovani che Monchi ha portato anche in questa stagione a Trigoria, alla ricerca di nuovi equilibri dopo gli arrivi, molti, di questa sessione di mercato che ha visto la Roma sicuramente tra le squadre più attive, in entrata e in uscita.
Nzonzi è un giocatore adatto a inserirsi tanto nel 4-3-3 caro a Di Francesco quanto nel 4-2-3-1, possibile evoluzione tattica della stagione romanista. Nel primo caso il francese sarebbe il giocatore davanti ai due centrali di difesa, con il compito di proteggere la linea difensiva, recuperare palloni e farli uscire dalle zone più pericolose del campo in direzione delle mezzali di qualità (come Pellegrini o Pastore che Di Francesco sembra voler far giocare in quella posizione) oppure dei terzini pronti a spingere, ovvero Florenzi e Kolarov. Centimetri e presenza fisica per scoraggiare gli attacchi avversari e provare a orientarli verso altre parti del campo.
Anche nel 4-2-3-1, però, Nzonzi si potrebbe disimpegnare bene con accanto a sè un giocatore come Strootman, per esempio. Una coppia di centrocampo dinamica e forte fisicamente che dovrebbe garantire stabilità alla squadra in quelle occasioni in cui per esempio serve provare a recuperare o ribaltare il risultato avendo in campo un attaccante centrale e tre giocatori offensivi alle sue spalle. Un quartetto poco propenso al ripiego e alla fase difensiva, con Nzonzi che sarebbe chiamato a quei compiti di tamponamento e chiusura degli spazi che spesso portati a buon fine nella sua esperienza al Siviglia.