Si dice che sia un ragazzo particolarmente umile, dedito alle proprie origini ed al lavoro quotidiano. E tutto sommato è un modo di essere che si riflette anche in campo per Mattia Caldara, nuovo volto della difesa della Juventus. La giovane età (classe 1994) per lui non è sinonimo di eccessi di qualsiasi genere come per tanti colleghi; piuttosto si tratta di un veterano col volto di un bambino, brillante sia dentro sia fuori dal campo.

Ma la brillantezza che ha permesso all'ex Cesena di imporsi in Serie A non è certo figlia di chissà quale dono di madre natura. L'italiano non ha la fisicità di Koulibaly, nè la grinta in contrasto di Chiellini o la capacità di verticalizzare di Bonucci, ma si può comunque dire che si tratta di un buon giocatore, che nel tempo ha sviluppato delle doti molto particolari. Caldara è prima di tutto un centrale di posizione, riferimento chiaro per tutto ciò che può dare in entrambe le fasi. I suoi 80 chilogrammi distribuiti su 187 centimetri lo rendono un po' impacciato e non sempre efficace nello stretto, ma ciò è compensato da una grande capacità di lettura dell'azione avversaria. Con 3,4 intercetti per partita, nella stagione 2016-2017 era stato fra i migliori del ruolo nel nostro campionato in questo fondamentale. La statistica si è letteralmente dimezzata nell'annata successiva, così com'è calato il suo rendimento in generale a causa di una condizione fisica raramente davvero al top in questo frangente.

Aldilà degli infortuni, i due anni sotto Gasperini hanno però fatto assolutamente bene al nostro eroe. Il ruolo di mezzo nella difesa a tre lo ha caricato di diverse responsabilità, che in un sistema molto aggressivo come quello della Dea si sono tradotte in necessità di migliorare le proprie doti in contrasto. Oggi, il dato di 1,6 tackle per gara pone l'ex numero 13 atalantino come un difensore nella media di palloni recuperati nel massimo torneo nazionale. Le sue abilità in marcatura a uomo sono certamente cresciute col passare del tempo, ma restano ancora perfezionabili: un minimo errore di valutazione d'altronde, per un giocatore così banale sotto l'aspetto atletico e quindi difficilmente in grado di recuperare, si traduce quasi inevitabilmente in una palla gol per gli avversari.

Palla al piede, Caldara è un giocatore poco appariscente, tendente alla giocata più semplice ed orizzontale. Ha aumentato la propria influenza sul gioco nella seconda stagione all'Atleti Azzurri d'Italia, passando da circa 34 a 42 passaggi tentati a gara, ma comunque senza quasi mai collezionare key-passes. A segnalare un certo tentativo di migliorare le proprie capacità in fase di possesso, c'è da dire che sono raddoppiati i tentativi di giocare sul lungo del giocatore orobico, passato da 1,9 a 3,8 lanci tentati a partita. Sicuramente dei passi in avanti ci sono stati, ma ancora bisognerà lavorare su questo aspetto per pensare di guidare magari anche in Champions League la fase d'impostazione juventina. Quello che invece colpisce davvero del giovane italiano è la sua abilità nel gioco aereo: anzi abbinando un posizionamento brillante ad un tempismo quasi sempre perfetto, si può dire che sia un vero e proprio valore aggiunto sui calci d'angolo sia offensivi sia difensivi.

Da ragazzino, ha fatto sapere di aver giocato da centravanti. Si vede.

Nella difesa di Max Allegri, le capacità di Caldara portano una ventata di novità, rispetto a ciò che possono offrire Benatia, Chiellini, Barzagli e Rugani. Certamente, la propensione alla lettura più che al contrasto rendono il 24enne in grado di formare una coppia ben assortita con i primi tre neo-compagni menzionati, un po' meno con quello che potrebbe diventare però suo compagno anche in Nazionale (e al fianco del quale comunque, a livello di giovanili, ha fatto bene). Anche in un'eventuale difesa a tre il ragazzo ha dimostrato di sapersi prendere le proprie responsabilità, ma forse mancherebbe qualcosa nella qualità del gioco dal basso, fondamentale soprattutto in ambito europeo. Se invece Madama cercherà quell'evoluzione verso un gioco un po' più intenso di cui abbiamo già parlato presentando Cancelo, il ragazzo potrebbe soffrire un po' il salto ad alti livelli. Ma comunque dovrebbe riuscire a sopportarlo, vista la sua propensione al lavoro: d'altronde è questo il più grande talento di chi non ha talento ma si vuole trovare a livelli alti.

Fonte dati statistici: whoscored.com