Dopo diciassette stagioni Buffon lascia la Juventus. Sabato infatti, contro il Verona, il numero 1 della Nazionale giocherà la sua ultima partita con la maglia bianconera come annunciato dallo stesso portiere nella conferenza stampa di questa mattina: "E' una giornata ricca di emozioni ma ci arrivo con tanta serenità, felicità e appagamento. Sabato sarà la mia ultima gara con la Juve e questo è il modo migliore per concludere l'avventura".
Queste le prime parole di colui che ha difeso la porta della Juve per 655 volte e che qualche settimana fa ha vinto il suo nono Scudetto con la Juventus. Poi i ringraziamenti al presidente Agnelli ed alla Juve: "Volevo ringraziare il presidente che a parte il ruolo istituzionale per me è qualcosa di più. Abbiamo sviluppato un rapporto unico di vicinanza e condivisione oltre che amicizia. Abbiamo condiviso i valori dell'onestà e della lealtà. Per me la Juve è famiglia e sono onorato di essere percepito come uno della famiglia. Il Club però programma un futuro vincente. Se un giorno sarò considerato come un elemento che può aiutare la causa, la Juve avrà la precedenza su tutto".
E sulla domanda clou, quella riguardo il suo futuro, risponde così: "Sabato giocherò una partita che è la mia unica certezza. Andrea è a conoscenza di quello che sta accadendo ed è un consigliere del quale non voglio privarmi. Fino a 15 giorni fa era risaputo che avrei smesso di giocare, adesso sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolanti sia in campo che fuori. La più importante mi è arrivata proprio da Andrea e dopo questi tre giorni densi di emozioni, prossima settimana dopo qualche riflessione serena prenderò la decisione definitiva. Seguirò ciò che urla la mia indole e la ma natura". Sulla stagione, che si concluderà ufficialmente sabato, Buffon parla in questo modo: "Quest'anno è stato snervante e stancante, qualche perplessità per lo Scudetto c'era dopo Juve-Napoli, dovevamo capire se eravamo ancora noi. E per l'ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile".
Negli ultimi sette anni la Juve ha raccolto 12 trofei e due finali di Champions, Buffon lascia la squadra bianconera più forte di sempre? Il numero 1 risponde in questi termini: "Non posso dire io se questa sia la Juve più forte, mancherei di rispetto a chi ha vinto qualcosa di più importante. Questa è la più solida e la più testarda. Otto anni fa ho deciso dentro di me e ho trovato la forza per fare della mia carriera qualcosa di unico. Questa sfida ha fatto si che a distanza di otto anni ci troviamo qui con tanti trofei vinti e con tanta soddisfazione in più. All'epoca era impensabile anche per me. Mi nutro di ambizioni e sogni. Futuro in Italia? Solo belle favole e cose romanzate ma niente di più".
Sul discorso Nazionale aggiunge: "Ho detto che se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa possa esserlo oggi. Diventerebbe qualcosa di complicato da gestire e dal quale voglio tenermi lontano perché non penso di meritarlo. La Nazionale ha grandi e giovani portieri che devono fare le loro esperienze. Non sarò in campo il 4 giugno con l'Olanda. L'eventuale scelta di campo? Sarebbe dovuta a percezioni, stimoli, stato di forma. Sono tante le considerazioni che devo fare, senza lasciarmi trascinare dall'impeto del momento. Non voglio finire la carriera in campionati minori. Mi inorgogliscono tante proposte, ma per il tipo di carattere che ho voglio affrontare qualsiasi impegno con massima serietà".
Sulla possibile squalifica della UEFA: "In campo l'arbitro ha decretato un'espulsione che oggi non ho ancora capito e su cui che anche voi dovreste riflettere. Invece per quello che ho detto fuori dal campo, è evidente che io abbia trasceso e ne sono dispiaciuto perché in 23 anni di Champions non sono mai nemmeno stato espulso e squalificato. Ho sempre avuto una condotta educata. Era una situazione particolare e a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera, con quei sentimenti, non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni mi è dispiaciuto aver offeso l'arbitro che alla fine è un essere umano che fa un lavoro difficile. Se lo avessi visto lo avrei abbracciato e gli avrei chiesto scusa ma confermando il mio pensiero. Io sono uno che non porta rancore".
Infine una battuta su ciò che accadrà dopodomani: "Sabato la voglio vivere normalmente. Sara' una situazione densa di sentimenti. Non chiedo nulla se non stima e affetto, non sono adatto alle celebrazioni. Chiusura di un ciclo? Sarebbe grave se lo pensassi, vorrebbe dire non aver capito nulla della Juve. La Juve prima di me ha avuto Zoff, Sentimenti, Peruzzi... talmente tanti che se avessi la presunzione di pensare che si chiude un ciclo con me sarei da rinchiudere. Sono stato una parte importante ma anche una piccola parte rispetto alla famiglia Juve".