La vittoria del Derby d'Italia e il mantenimento della testa della classifica non deve lasciar tranquilli giocatori, allenatore, società e tifosi della Juventus. Il successo di ieri sera è arrivato grazie alla reazione d'orgoglio, di nervi, che una grande squadra ha quando non vuole perdere, soprattutto in situazioni di netto vantaggio. Quello che però non deve far stare calmo l'ambiente juventino è l'atteggiamento visto in campo. Un atteggiamento che si nota ormai da un mese e che si ripropone puntuale ogni qual volta i bianconeri passano in vantaggio o decidono di gestire il risultato.
Come con il Real Madrid al Bernabeu, come con il Crotone ed il Napoli, anche ieri sera, la Juventus, ha deciso, ad un certo punto del match, di smettere di giocare. Quel momento è arrivato puntuale dopo il gol del vantaggio firmato Douglas Costa e l'espulsione di Vecino che gli ha garantito la superiorità numerica sino a fine partita. Passata in vantaggio, la squadra di Allegri si abbassata nella propria metà campo smettendo di imporre il ritmo alla partita e, anzi, ha iniziato a subirlo aprendo la strada alla rimonta dell'Inter, scesa in campo nel secondo tempo con la bava alla bocca e una ferocia vista nella Juventus solo al Bernabeu. L'abbassamento del proprio baricentro è ormai una situazione che si ripresenta in ogni partita bianconera ed è anche il motivo per cui la squadra di Torino non sta brillando in queste ultime giornate.
Mai come ieri sera, però, questo atteggiamento è stato evidente e dannoso. Le difficoltà nel portare il pressing sono state notevoli e questo a causa della mancanza d'unità della squadra. Tante volte si sono visti Dybala ed Higuain andare a pressare i portatori di palla ed altrettante tante volte si è visto un centrocampo distante venti metri dai propri attaccanti, rendendo quindi nullo ogni tentativo di mettere pressione agli avversari. Linea mediana che peraltro, quando ha tentato di alzare il pressing, lo ha sempre fatto in maniera disordinata e disorganizzata, lasciando voragini sfruttate dall'Inter per ripartire agilmente. La mancanza di amalgama tra le linee e la decisione, perché di questo si tratta, di smettere di giocare e difendere il risultato - con un uomo in più, ricordiamolo - sono atteggiamenti dannosi per la squadra e non solo si sono presentati ad inizio secondo tempo, ma addirittura anche dopo averla ribaltata. Sul 2-3 e con l'inerzia della gara a proprio favore, la Juventus si è fatta schiacciare nella propria metà difendendo peraltro in maniera disordinata e rischiando anche di subire il clamoroso gol del 3-3. Su questo dovrà lavorare Allegri, perché se è vero che i campioni ti fanno vincere partite e trofei, è altrettanto vero che non li puoi far giocare a cinquanta metri dalla porta.