È stato un derby d'Italia splendido, il più bello delle ultime stagioni, ed alla fine è prevalsa la Juventus. L'Inter crolla a San Siro nella 35esima giornata di Serie A e finisce parecchio lontana dalla zona che garantisce l'accesso alla Champions, a quattro punti di distanza dalla Roma. Dopo una gara incredibile, Madama è riuscita infatti a rimontare fra l'87esimo e l'89esimo il vantaggio che alla stessa maniera si erano costruiti i lombardi, in inferiorità numerica per più di un'ora a causa dell'espulsione di Vecino (che verrà molto discussa). Lo Scudetto sembrava allontanarsi, ora invece torna l'entusiasmo dalle parti di Torino. Di seguito la cronaca del match.
Per quanto riguarda le formazioni, Luciano Spalletti ha optato per un 4-2-3-1. Il portiere è Handanovic, con Cancelo e D'Ambrosio terzini e nel mezzo Skriniar e Miranda. Vecino fa coppia con Brozovic in mediana, in attacco Candreva, Rafinha e Perisic supportano Icardi. Massimiliano Allegri risponde con un 4-3-3 con Buffon fra i pali e la retroguardia composta da Cuadrado, Barzagli, Rugani ed Alex Sandro. A centrocampo il trio con Khedira, Pjanic e Matuidi. In attacco invece le ali sono Douglas Costa e Mandzukic, la punta è Higuain.
La gara inizia su buoni ritmi, con entrambe le squadre piuttosto aggressive nel tentativo di gestire meglio dell'avversario il possesso palla, talvolta forzando la giocata di qualità pur se questo significa passare per il portiere. Gli equilibri si rompono al 13esimo, quando sugli sviluppi di un corner Cuadrado dalla destra scodella un pallone verso la lunetta, attraversando l'area ed innescando Douglas Costa. L'uno-contro-uno successivo, da dentro l'area, permette al brasiliano di aprirsi lo spazio per un diagonale mancino che batte Handanovic e verrà confermato poco dopo dalla VAR. VAR che sarà davvero decisiva subito dopo, su un contrasto fra Vecino e Mandzukic ai trenta metri dal bersaglio: giudicato inizialmente da ammonizione, il contatto verrà rivisto da Orsato e porterà all'espulsione diretta dell'uruguagio a causa di un piede leggermente a martello.
Perlomeno sulla carta dunque la gara sembra aver preso una direzione molto chiara. Direttamente sulla punizione successiva al rosso Pjanic cercherà la conclusione dello 0-2, spedendo però la sfera non di molto a lato. La strategia bianconera resterà però la stessa d'inizio partita, ed anzi forse verrà attuata con un po' meno ritmo nella fase successiva all'episodio arbitrale. Al contempo la controparte rimarrà bene in partita, senza disunirsi ed arrivando anche a crearsi un'occasione importante, con il destro da lontano di Candreva respinto praticamente sotto l'incrocio da Buffon con un ottimo intervento attorno alla mezz'ora. Il primo tempo si chiuderà su una situazione di sostanziale equilibrio, dopo sette minuti di recupero a causa di un altro intervento della VAR per annullare un gol palesemente irregolare per fuorigioco di Matuidi. Chiaramente la tensione è tangibile all'intervallo.
La ripresa si apre su un copione tutto sommato simile a quello della porzione iniziale del duello, con la sfida in equilibrio ed i nerazzurri che mettono in campo tutta l'energia possibile. Su una distrazione della Vecchia Signora arriva l'eroico gol del pari, con la traiettoria disegnata da Cancelo per lo stacco sul primo palo di Mauro Icardi, con un terzo tempo perfetto dell'argentino, che la insacca sul palo lontano. L'inerzia è tutta per i padroni di casa, che sono palesemente più in palla e prevalgono in maniera netta. All'improvviso vengono però spaventati, poco dopo l'ora di gioco, dal filtrante di Alex Sandro per il taglio di Higuain che, lanciato a rete, salta Handanovic ma poi coglie l'esterno della rete. È l'immagine della prestazione distratta dei campioni d'Italia, totalmente fuori di loro.
Le conseguenze diventano pesanti al 66esimo. Perisic viene pescato sulla sinistra e va all'uno-contro-uno con Cuadrado che, già ammonito, scivola ma evita rischi e lascia lì il pallone, dove il croato mette un traversone forte e teso che Andrea Barzagli traduce goffamente in un autogol nell'area piccola. Il 2-1 è meritato per i milanesi, che però un po' inevitabilmente calano, forse un po' a corto di energie. Si aprono allora gli spazi per Douglas Costa, che dalla sinistra calcia verso il primo palo trovando l'opposizione di Handanovic. Lo sloveno sarà poi superbo a circa venti dalla fine nel rispondere alla punizione di Dybala, dalla sua classica posizione, ma insolitamente indirizzata verso il primo palo. Il confronto assume toni sempre più drammatici sull'assedio juventino e la strenua difesa guidata da un superbo Skriniar.
Nel finale di gara Spalletti passa ad una retroguardia a cinque senza punte, mentre Allegri già da tempo era passato ad un ultra-offensivo 4-2-3-1, con anche l'ingresso di Bernardeschi. Alla fine la soluzione disperata del tecnico livornese paga. Una grande giocata di Dybala porta Cuadrado sul fondo all'87esimo, ed il colombiano tenta un cross che Milan Skriniar devia andando a creare una traccia stranissima che s'insacca all'altezza del secondo palo in maniera per lui molto sfortunata. È l'inizio della fine: su una punizione seguente sulla trequarti, nuova pennellata di Dybala per l'isolamento di Gonzalo Higuain sul secondo palo e la sua zuccata ad incrociare che sigla il 2-3. Nel finale la Beneamata metterà una porzione bonus di cuore in campo, andando a creare alcune palle gol però gestite malissimo a causa di una lucidità ovviamente scarsa. Il loro merito resta, ma non nel risultato: al fischio finale il tabellone dice 2-3.