Le indicazioni di Allegri sono state abbastanza fuorvianti. Dybala non ha fatto una grande partita e il Real Madrid ha chiuso il discorso qualificazione già nei primi novanta minuti. Nemmeno il più ottimista dei tifosi bianconeri potrebbe realmente credere nella remuntada in terra iberica. Questo Real Madrid è troppo per questa Juventus. Restano quindi i tre gol di differenza rispetto a Cardiff, nonostante un intero mercato estivo che ha visto il Real rinforzarsi molto poco, a differenza della Juventus.

L'enormità di Ronaldo si è imposta anche all'Allianz Stadium, soprattutto con il secondo gol da antologia. Una rovesciata che è stata premiata con un'ovazione collettiva in quanto in essa c'è l'essenza del calcio. Una doppia doccia fredda per la Juventus, che dopo tre minuti si trova già costretta a rincorrere a causa del solito Ronaldo, al nono gol contro i bianconeri in sette partite giocate. Decimo se consideriamo anche il match della Peace Cup in estate 2009. Numeri che paragonano Ronaldo ad una vera e propria tassa, da pagare sempre contro il Real Madrid. I limiti che vengono fuori da questa partita d'andata sembrano essere più psicologici che non tattici. Il miracolo di Navas su Higuain e la fortunata deviazione della barriera sulla punizione di Dybala, senza contare quel liscio clamoroso di Cuadrado all'ultimo respiro, sono episodi che avrebbero dovuto portare ad almeno un gol. Tuttavia difficile non considerare i doppi legni del Real Madrid con Kroos prima e Kovacic poi. Una Dea Bendata che ha più o meno bilanciato le occasioni.

Il problema della Juventus non è legato al "brutto gioco" di cui tanto si parla quanto più all'errore del singolo. Inutile il raddoppio di De Sciglio, in occasione del primo gol. Folle la paura di Chiellini in occasione dello svarione difensivo. Ancor più folle il comportamento di Dybala che ha di fatto messo la parola fine ad ogni minima speranza bianconera. Perchè quel secondo gol spezza gambe avrebbe potuto essere motivo di reazione, magari spingendo di più per trovare una marcatura che avrebbe reso meno complicato il ritorno. Così non è stato. Un giro di orologio e poco più e Dybala rimedia un rosso diretto che gli costerà ben due gare di Champions. E poco meno di mezz'ora in inferiorità numerica alla sua squadra. Quella squadra che non ha saputo prendere per mano, almeno oggi, almeno da tre anni in Europa salvo sporadiche apparizioni degne della sua classe.

Un problema mentale, dunque, che ha costretto anche Chiellini a soffrire Ronaldo come mai si era visto prima. La spada di Damocle della diffida avrà pesato sicuramente ma questa insicurezza non ha certo giovato alla causa Champions League. Troppe amnesie, troppi errori da parte dell'intero comparto arretrato, paradossalmente graziato da Ronaldo che avrebbe potuto dilagare. Errori utili solo a farci ricordare che anche lui, in fondo, è un umano.