"Se non ti diverti a giocare un quarto di finale contro Messi al Camp Nou, allora non ti piace nulla nella vita". Testo e parole di Diego Perotti, talentuosissimo esterno d'attacco argentino della Roma che, intervistato ai microfoni di Marca ha parlato della sfida di domani sera che attente i capitolini in casa del Barcellona di Messi e di Valverde. Sfida apparentemente chiusa sulla carta quella per i giallorossi di Eusebio Di Francesco, i quali proveranno tuttavia a giocarsi le proprie carte per accedere in semifinale e mettere lo sgambetto ai catalani.
Riguardo come provare a fermare Messi domani sera, l'ex Siviglia prosegue così, dicendosi certo di voler affrontare la Pulce in campo piuttosto che sperare nella sua assenza: "Non gli ho parlato della partita, ma a Roma abbiamo parlato dell’importanza di essere calmi e dobbiamo anche pensare a come fermare Jordi Alba, Iniesta e gli altri. Siamo anche una grande squadra e faremo un buona gara. Messi in dubbio? Vogliamo che tutti giochino. Siamo in Champions League e vogliamo affrontare il meglio".
Riguardo il Barcellona e l'oggettiva difficoltà di affrontare una delle squadre più quotate per la vittoria finale, Perotti prosegue: "È la rivale più difficile, ma il Real Madrid, anche se non sta facendo un buon campionato, in Champions gioca differentemente. Tra questi due uscirà il vincitore di questa edizione. Il Barça ha l’obbligo di vincerla, e noi non vediamo l’ora di andare avanti, è la prima volta che giochiamo un quarto di finale della Champions League, e contro il migliore“.
Dalla Champions con la maglia della Roma al Mondiale con quella dell'Argentina. Perotti ripercorre così il suo rapporto con Fazio e, soprattutto con Sampaoli: "Sono arrivato a Siviglia nel 2007 e Federico era già nella prima squadra da 6 mesi. Siamo diventati subito amici. Da allora siamo stati compagni di stanza a Siviglia, a Roma e nella nazionale argentina. Fazio ha avuto più continuità in nazionale, io non ci sono stato per sei anni fino a quando Sampaoli non mi ha chiamato a novembre. Avevo perso ogni speranza, sono anche consapevole della qualità dei giocatori nella mia parte di campo, ma conoscevo anche la vetrina che poteva essere la Roma, il fatto che siamo in Champions; mi alleno e lavoro con la speranza ma senza essere titolare nella mia squadra, non attirerò l’attenzione di nessuno".
E sulla sua crescita, l'esterno albiceleste ha puntato tutto sul trasferimento dal Genoa alla Roma, il quale gli ha permesso di confrontarsi con giocatori di calibro sempre maggiore: “Giocare con i migliori? In questo senso da Genova a Roma ho progredito perché sono migliorato giocando con questi compagni di squadra, a volte succede il contrario e non riesci ad adattarti perché il livello è molto alto, perché puoi essere un pesce fuor d’acqua ma con l’Argentina e con la Roma è molto difficile che le tue qualità non migliorino“.
Ed infine, sul rapporto tra Dybala e Messi e sulle schermaglie dei giorni scorsi, il parere di Perotti: "Sono convinto che non l’abbia detto nel senso che non può giocare con lui e che insieme non funzionano, ma giocano nella stessa posizione o in un modo simile, quindi dal momento che Leo è il migliore, non occuperà il suo spazio, si riferiva piuttosto a quella posizione, a volte possono entrare in collisione all’interno del campo, ma era una polemica che volevano fare i media“.