E' stato uno dei calciatori più forti del Milan, ora è vicesegretario della FIFA. Una bella carriera, quella di Zvonimir Boban, che a La Gazzetta dello Sport ha concesso una bella intervista toccando numerosi temi. Prima, inevitabile domanda, quella sul VAR: "Calcio più credibile con il VAR? Credo che su questo non ci siano dubbi, almeno tra la gente che elabora e conosce i numeri offerti in questi due anni di test. La Var, oltre a preservare arbitri e un giusto risultato, offre un messaggio di trasparenza e chiarezza, togliendo ogni retropensiero malizioso". Parole importanti, quelle di Boban, che promuovono un'idea diventata celebre proprio grazie al lavoro dei nostri arbitri.

In seguito, Boban ha parlato ancora del VAR, sottolineando che le maggiori resistenze al sussidio tecnologico arrivano da parte di ex calciatori: "Capisco le reazioni romantiche di giocatori e allenatori legati alla tradizione. Gli chiederei di essere un po’ più aperti, di pensare meglio, di elaborare e informarsi di più. Il presidente Infantino ha svelato d’esser stato scettico all’inizio, ma diede lo stesso pieno sostegno al progetto. Poi ha seguito passo dopo passo l’evoluzione e i risultati concreti dei test gli hanno fatto cambiare opinione. Questo è il giusto approccio".

Infine, qualche dato: "Del resto il calcio non è un gioco fluido: il tempo giocato nell’ultimo Mondiale era 57,5 minuti. Si perdono gli altri 33’ in tanti modi: 9’ per le punizioni, 7’ per i falli laterali, quasi 6’ per rinvii del portiere, più di 4’ sugli angoli… E la Var è usata col gioco già fermo. In media la review si usa una volta ogni 3 gare: la Var prende circa l’1 % del tempo a match. Nel 1992 - conclude Boban  ero al Milan, lo spogliatoio più importante del mondo. Si proibì al portiere di usare le mani su un retropassaggio volontario. La novità ci parve una bestemmia e invece è stata una grande rivoluzione positiva. Accadrà lo stesso con la Var".