Tre punti d'oro conquistati dal Milan nel pomeriggio di San Siro. Sotto la pioggia battente, i rossoneri passano in vantaggio subito con Calhanoglu, subiscono un cappotto in due minuti, firmato dal Chievo con Inglese e Stepinski dopo l'ora di gioco, la rimettono in piedi con Cutrone in apertura di secondo tempo ma, a conti fatti, devono ringraziare di nuovo André Silva per la zampata, importantissima, del 3-2 all'ottantaduesimo. I rossoneri vincono, dunque, in rimonta, e tengono il passo di Lazio, Inter e Roma, ora distanti rispettivamente tre, cinque e nove punti dai 50 della squadra di Gattuso, con i giallorossi che hanno giocato una gara in più. Per il Chievo Verona, invece, la stagione si complica sempre di più: i veneti sono quartultimi, ora, con un solo punto di vantaggio sul Crotone, a quota 24,
Gattuso si presenta al Meazza con il solito 4-3-3, leggermente rimaneggiato per far fronte alle assenze in difesa: Borini ancora terzino destro, con Rodriguez da opposto e Zapata accanto a Bonucci. C’è Lucas Biglia in regia, con Kessié e Bonaventura, mentre davanti sono Suso e Calhanoglu ad accompagnare Patrick Cutrone.
Rolando Maran, invece, sceglie un 4-3-1-2 senza Valter Birsa: c’è Giaccherini sulla trequarti dietro ad Inglese e Stepinski, mentre Castro, Radovanovic e Depaoli formano il centrocampo. Dietro, TOmovic e Bani proteggono Sorrentino con Jaroszynski e Cacciatore sulle fasce.
Pronti, via, dopo una fase iniziale abbastanza bloccata è il Milan a spezzare l’equilibrio al decimo minuto: ottimo il movimento nello stretto di Suso, che imbuca per Kessié. Dal fondo, l’ivoriano mette dentro col destro, Sorrentino devìa con la mano ma la palla carambola sul piede di Hakan Calhanoglu che, da due passi, ha tempo per controllare ed infilare il piattone dove nessuno può arrivarci. Grande gioia rossonera, è 1-0 a San Siro.
Il Chievo comunque non si perde d’animo e prova a rispondere, scoprendo però il fianco alla ripartenza rossonera: bruttissima l’entrata di Depaoli che ferma la manovra di Calhanoglu, arriva il giallo. Particolarmente attivi sulla fascia destra i clivensi, dove Cacciatore fornisce appoggio continuo, ma Rodriguez e Zapata fanno buona guardia. I veneti sembrano ballare dietro, ma appena dopo la mezz’ora arriva il clamoroso ribaltone: splendida l’apertura di Castro per Giaccherini, che con uno stop da urlo fa fuori Borini, entra in area e mette al centro con il mancino. Tocco decisivo di Zapata, la palla rimbalza verso Stepinski che da due passi non può sbagliare: improvvisamente il Chievo ha pareggiato. Sembra tutto rimesso in parità, ma pochi secondi dopo aver rimesso la palla nel cerchio di centrocampo accade l’impossibile: stavolta, dopo un rimpallo, è Cacciatore ad arrivare al cross sulla destra, ancora una volta lo sfortunato Zapata, nel tentativo di anticipare Stepinski, favorisce involontariamente un avversario. Sulla palla vagante, infatti, si avventa Roberto Inglese che con un destro da favola infila la sfera sotto la traversa, dove anche le braccia lunghissime di Donnarumma non possono arrivare: ChievoVerona clamorosamente in vantaggio a Milano.
La reazione rossonera è d’orgoglio e porta ancora la bandiera turca: Calhanoglu controlla al limite dell’area un pallone che si alza e lo calcia violentemente, al volo, facendolo sibilare accanto al palo e regalando l’illusione del gol a gran parte degli spettatori. Stesso destino, a cinque minuti dall’intervallo, per Suso che parte dalla sua mattonella preferita e, saltato Giaccherini, mette dentro un tiro-cross da brividi col mancino. Nessuno tocca, la palla si spegne sul fondo. Nel finale c’è spazio anche per le polemiche, con Chievo che gioca un po’ con il cronometro ed un’ammonizione (giusta) a Kessié per simulazione, ma al rientro negli spogliatoi il punteggio è di 1-2.
È un Milan cattivo quello che inizia il secondo tempo, in costante proiezione offensiva: Biglia, su un cross ribattuto, costringe Sorrentino al miracolo per togliere il suo destro dall’angolino basso. La palla rimane in area dopo la parata, ovviamente il primo ad avventarcisi è Patrick Cutrone che mette in rete, ma Mariani, su segnalazione dell’assistente, ferma tutto per fuorigioco. Pericolo scampato per il Chievo, che però non fa i conti con il VAR: dal replay, infatti, si evince come Jaroszynski, rientrando dal fondo, tenga in gioco l’attaccante italiano. Pronta la correzione con l’ausilio della tecnologia, l’arbitro torna sui suoi passi ed assegna la rete: il Milan la rimette in piedi.
Scoccata l’ora di gioco, Gattuso decide di spingere sull’acceleratore mandando dentro anche André Silva al posto di Borini, tornando quindi, dopo mesi, alla difesa a tre con Bonucci centrale affiancato da Zapata e Rodriguez. I rossoneri continuano ad attaccare col solito Suso, bravissimo a pescare proprio il neo-entrato nell’area piccola: il portoghese, tutto solo, va in cielo per colpire di testa ma clamorosamente non trova la porta da distanza super ravvicinata. La partita, a lungo andare, diventa sempre più frenetica: squadre lunghe, col Milan sbilanciato per cercare il vantaggio ed il Chievo schiacciato e pronto a ripartire. Zapata e Kessié, entrambi dalla destra, sbagliano completamente due cross che sarebbero potuti essere pericolosi, Calhanoglu impegna ancora Sorrentino con un destro insidiosissimo (complice il terreno bagnatissimo), ma anche il Chievo dice la sua, con due ripartenze di Inglese sventate non senza brividi. Maran sceglie Birsa per l’ultimo quarto d’ora, ma a risolverla è l’altro sostituto di lusso: corner dalla sinistra per il Milan, la palla spiove sul secondo palo, viene toccata da due giocatori del Chievo e rimane sul piede di André Silva. Da due metri, il portoghese scarica tutta la potenza del suo destro e fa 3-2 per l’esplosione di gioia di San Siro. Secondo gol a dir poco decisivo nelle ultime due giornate di campionato per il pupillo di Cristiano Ronaldo.
Inizia il recupero ma il Chievo è oramai senza forze: la situazione si complica ancora di più nel primo dei cinque di recupero: il solito Calhanoglu sul fondo a sinistra, il suo cross è ribattuto da Tomovic che tiene le braccia lontane dal corpo. Mariani non fischia, si ricorre ancora al VAR che corregge la decisione: è rigore, va sul dischetto Franck Kessié, che incrocia ma trova le manone di Sorrentino a dirgli di no. Tensione che rimane altissima dunque, ma i rossoneri sono bravi a non scomporsi, tenendo sempre la palla il più lontano possibile dalla porta di Donnarumma fino al triplice fischio.