A caccia di maturità e continuità. La Roma di Eusebio Di Francesco prova a crescere e per farlo ha la necessità di imparare il prima possibile dai propri errori. Quelli della ripresa di Kharkiv, ad esempio, dove lo Shakhtar Donetsk ha messo a nudo la fragilità di una squadra che, dopo un ottimo primo tempo, si è sciolta come la neve ucraina al sole. Eppure la prima metà di gara lasciava ben sperare la truppa giallorossa, la quale dopo alcune occasioni sprecate da Dzeko era persino passata in vantaggio allo scadere con l'oramai solito gol di Cengiz Under.
Certo, la pressione degli ucraini è stata costante e duratura nell'arco dei novanta minuti e, a discapito di quanto si potesse pensare alla vigilia, sono stati proprio i padroni di casa a mettere in mostra una migliore condizione fisica ed atletica nell'arco di tutta la contesa. Proprio questo aspetto preoccupa maggiormente Eusebio Di Francesco, il quale al termine della gara ha così analizzato quanto accaduto alla Metalist Arena: "In questa gara si sono viste due Roma opposte. Una cattiva che giocava in verticale, nella ripresa passaggi poco precisi, è inspiegabile per me. Possesso palla sterile. Oggi faccio fatica a capire perché non abbiamo dato continuità. Siamo mancati di atteggiamento, assurdo dopo un primo tempo ottimale".
Questione di maturità, non di poca concentrazione. I problemi della Roma di oggi sono quelli di una squadra che ha sì potenziale ma che stenta a sfruttarlo e metterlo in pratica nell'arco dei novanta minuti con continuità: "Dopo il primo tempo dovevamo uscire forti, invece la debolezza mostrata è inconcepibile. Non riesco a spiegarmelo. Dobbiamo essere quelli del primo tempo. Nella ripresa potevamo soffrire qualche ripartenza, ma invece abbiamo sofferto senza rifare male".
Inevitabile non guardare anche alla prestazione dei singoli, uno dei quali, Dzeko, si è messo in mostra nel primo tempo per un paio di occasioni sprecate, nel secondo per essersi abbassato molto senza dare profondità alla manovra, di conseguenza causando lo schiacciamento della squadra nella propria trequarti: "Quando giochi con il 4-2-3-1 può abbassarsi di più. Le occasioni le ha avute anche lui. Nella ripresa le palle un po' buttate non mi sono piaciute, mi piace il calcio costruito da dietro".
Roma che è sembrata pagare tantissimo il gol subito da Ferreyra, subendo fin troppo il contraccolpo psicologico. Lo Shakhtar, forte ed esperto, oltre che cinico, ne ha approfittato immediatamente e soltanto i miracoli a ripetizione di Alisson hanno salvato i giallorossi dal capitombolo: "Oggi dare risposte non è facile. Normale aspettarsi sempre qualcosa di più, i miei devono dare di più in queste gare. Io devo trovare delle soluzioni ma lo farò dentro lo spogliatoio. Possibile soffrire tanto dopo un gol? No, è assurdo. Non ci dobbiamo disunire, abbassarci tanto e non risalire. Dovevamo osare passaggi in avanti. Dovevamo approfittare delle loro lacune tattiche. Abbiamo preso un gol da una lettura facilissima, anche da un giocatore poco veloce. Questo ha compromesso tutta la squadra".