La Juventus non sbaglia. Un tap-in di Bernardeschi regala 3 punti importanti alla compagine piemontese, che rimane lassù a stretto contatto con il Napoli. Cagliari 16°, ancora fuori dalla zona calda.
Buon ritmo nei primi minuti, dettato soprattutto dal Cagliari. Gli uomini di Diego Lopez non optano per l'attesa bensì pressano alto gli ospiti togliendo respiro alla manovra e sporcando l'intenso giro palla in costruzione. Succede poco fino al 9' - solo una discesa di Faragò con successivo cross a cercare Ionita sul palo lontano - minuto della scossa juventina. Apre Dybala con una punizione gioiello scoccata dal solito mancino ma bacia la traversa a Rafael battuto. Sul proseguimento dell'azione, Higuain non riesce a girare al volo da posizione ottima. Lo stesso argentino si rende protagonista un paio di minuti dopo, quando non centra la porta dal limite. La partita è bella, viva; Juventus che ingrana offensivamente mettendo a dura prova la retroguardia avversaria, rossoblu che rispondono con coraggio cercando di proporre sortite offensive ordinate. Al 17', squillo di Bernardeschi. L'ex enfant prodige gigliato lavora palla sulla destra, sterza e va a giro con il mancino; palo pieno, con Khedira che non riesce a deviare in rete in ribattuta.
Benatia trova il vantaggio sbucando con il piattone da calcio piazzato, ma Calvarese, coadiuvato dagli assistenti, annulla prontamente, mentre Pjanic cerca gloria con una punizione che muore sul fondo. Al 26', ecco lo squillo sardo: da angolo, Pavoletti svetta ed impatta perfettamente di testa, Szczesny con un riflesso felino strozza l'urlo in gola all'ex Genoa ed a tutta la Sardegna Arena. E' un Cagliari energico, quasi rock n-roll; lo testimonia l'intervento di Barella che scippa palla a Pjanic e fa ripartire Faragò centralmente, a cui manca solo la conclusione per far male a Szczesny. Chiudono avanti i padroni di casa, con un'azione tambureggiante di Barella che suggerisce centralmente per Pavoletti, bravo ed astuto a servire la corrente Farias: controllo e destro violento; Szczesny ed il palo evitano il vantaggio. Intervallo, sipario dopo 3 minuti di recupero.
Pronti, via, e Pavoletti prende il tempo per vie aeree a Benatia e Chiellini senza trovare lo specchio della porta. Il match riprende i dettami della prima frazione, mentre Padoin sbarra la strada del gol a Bernardeschi con una diagonale perfetta. Si ferma Dybala dopo 5' di gioco a seguito di uno sprint centrale, con l'argentino che si tocca la coscia e lascia il campo sconsolato e con gli occhi lucidi. Al suo posto Douglas Costa, che si mette in mostra al 9' con un mancino a giro che non termina lontano dal sette. Piove sul bagnato per i bianconeri, poiché anche Khedira è costretto a lasciare il campo dopo aver ricevuto un colpo serio da Szczesny in uscita; Mandzukic lo rileva e battezza il 4-2-3-1. Al 14', Pjanic orchestra una percussione centrale, arriva in area e calcia; sfera che sfila vicino al palo alla destra di Rafael.
La Juventus spinge, ed al 18' va vicina al vantaggio. Douglas Costa - affrontato energicamente da Padoin - serve Pjanic: cross in area sul quale si avventa Chiellini: "incocciata" che termina fuori non di molto. Il centrale viene poi curato per un taglio all'arcata sopraccigliare. Il tocco impreciso di Costa sotto porta ed il colpo di testa largo di Benatia sono il preludio al vantaggio bianconero, che arriva al 29'. Douglas Costa fa man bassa sulla corsia mancina, trova il varco per il cross sul quale sbuca Bernardeschi: piattone che buca Rafael, 0-1. Al 31', episodio dubbio all'altezza del limite che coinvolge ancora Bernadeschi, autore di un probabile fallo di mano. Calvarese prende tempo, silent check con Banti e decisione definitiva di ripartire dal corner. Niente rigore, niente punizione. Le squadre - stanche - rinunciano ad esprimere un gioco spumeggiante, e centellinano le forze. Lopez prova il tutto per tutto inserendo anche Giannetti per Pisacane, ma il cambio non regala scossoni finali. Sulla conclusione radente di Pjanic termina il rubinetto delle chance; vince la Juventus dopo 6 minuti di recupero.