Il mese di dicembre non ha ancora regalato la vittoria al Chievo di Rolando Maran. I gialloblu infatti hanno perso contro Inter, Crotone e Bologna, pareggiando infine contro la Roma di Di Francesco. Un ruolino di marcia che non può lasciare soddisfatti e allora l'obiettivo nell'ultima gara del 2017 è quello di tornare a conquistare i tre punti. Avversario il Benevento di De Zerbi, i cui terribili numeri in questo campionato sono sotto gli occhi di tutti, con il solo folle punto conquistato contro il Milan.
Eppure la parola d'ordine di Rolando Maran in conferenza stampa è attenzione. Il tecnico non vuole vedere un Chievo che sottovaluta l'avversario: "Dobbiamo saper interpretare le varie fasi della partita, perché dopo due sconfitte consecutive vivremo una sfida davvero complicata. Gli obiettivi sono evitare gli errori fatti contro il Bologna e soprattutto non sottovalutare il Benevento: la loro classifica non rappresenta il reale valore della squadra, molte delle loro sconfitte sono state figlie degli episodi e possono metterci in difficoltà dal punto di vista atletico. Nessuno di noi ha mai pensato che la salvezza sia un discorso chiuso, quest'anno è più insidioso rispetto agli altri anni e dobbiamo tornare a fare punti. E’ una partita che va presa con la massima attenzione, dobbiamo sapere che all’interno della gara ci sono più gare e tirarne fuori il massimo. Sono molto fiducioso per l’attenzione e l’impegno che ho visto in settimana. I presupposti per fare bene ci sono tutti. ".
Si parla anche di possibili scelte: "Stepinski ha grandi margini di miglioramento, lavora molto ed è molto generoso. Ci sono i presupposti giusti affinché diventi un tassello fondamentale della squadra, ma bisogna avere pazienza e migliorare determinate situazioni: ad esempio il suo essere generoso lo porta a giocare troppo isolato e spesso ne seguono scelte sbagliate. Pucciarelli d’altro canto è la chiara rappresentazione del momento che sta vivendo il Chievo nel suo complessivo, dovrebbe essere più egoista in determinate situazioni perché essere uomo squadra alle volte non basta".