Era il diciannove novembre e quel pomeriggio Szczesny fu costretto a raccogliere la palla dentro la propria porta per ben tre volte. Quasi una normalità fino a quel momento prendere gol. La difesa traballava pericolosamente e la rete inviolata, tipica della Juventus di questi anni, non era più un mantra. Il gol subìto sembrava una prassi. Poi, come spesso accade, la svolta. Dopo la Sampdoria, il clean sheet è tornato ad essere di casa a Torino. Con Medhi Benatia assoluto protagonista, bravo ad annullare sin da subito un centravanti di spessore come Luis Suarez. Dal Barcellona alla Roma, passando per tutti gli scontri diretti fondamentali per il campionato senza mai subire una rete.
Il difensore marocchino, prelevato lo scorso anno dal Bayern Monaco, conosce bene il campionato italiano. Dopo ottimi anni passati ad Udine, fu proprio la Roma a consacrarlo nel calcio che conta per poi cederlo ai bavaresi del Bayern. In terra teutonica iniziò un calvario legato a molti infortuni che ne condizionarono il rendimento. Sbarcato all'ombra della Mole, Benatia si accomodò nella panchina bianconera, forte della collaudata BBC. L'addio di Bonucci ha stravolto gli equilibri difensivi e Benatia ha faticato parecchio ad inserirsi, soprattutto a causa di un modo di giocare impetuoso ed aggressivo che poco si confaceva agli schemi della Juventus. L'equilibrio allegriano ha però rigenerato Benatia, capace adesso di gestire meglio la sua indole.
Molte delle sue caratteristiche principali permangono ovviamente, ma allo stesso tempo notiamo meno anticipi irruenti a centrocampo che non sempre sono stati ottimi (un esempio su tutti, il polemico Juventus-Milan dello scorso anno). Quest'anno la musica è ben diversa. Quest'anno la sua evoluzione ha portato alla Juventus un giocatore completo sotto tutti gli aspetti, capace di equilibrare la sua rinomata forza, usandola con più criterio. Un giocatore ritrovato, titolarissimo insieme a Chiellini e che finalmente ha dato quella solidità difensiva che tanto si auspicavano i tifosi bianconeri.