Una sconfitta, di misura, quella ottenuta contro il Napoli nella sua gara d'esordio, poi soltanto vittorie: Massimo Oddo sembra aver cambiato faccia all'Udinese che, dopo aver ben figurato contro i partenopei, ha conquistato nove punti battendo in rapida successione Crotone, Benevento e soprattutto Inter. Otto gol fatti, uno solo quello subito, con un ruolino di marcia che ha consentito ai friulani di uscire dai bassifondi della classifica.
In vista della gara valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia, la quale si disputerà domani sera al San Paolo contro i partenopei, il tecnico dei bianconeri friulani ha parlato ai microfoni del Mattino, guardando soprattutto alle differenze incontrate tra la squadra di Sarri e l'Inter di Spalletti: "Ogni partita è una storia a sé: non ti puoi fare un'idea generale sulla base di due gare disputate. Inter e Napoli sono due squadre molto diverse: il Napoli ha un collettivo che va oltre le qualità dei singoli. Nel Napoli i singoli fanno la differenza perché sono ben supportati dall'intera squadra. L'Inter invece è una squadra più fisica, che vive un po' di più su quelle che sono le proprie individualità, vedi Borja Valero, Perisic, Icardi. Sono due squadre diverse ma entrambe molto forti".
Uno sguardo anche all'atavico problema delle gare infrasettimanali, con Oddo che analizza così la questione, con relativa preparazione delle partite: "È assolutamente vero, posso dirlo sulla base dell'esperienza da calciatore. Quando giochi ogni tre giorni non hai il tempo per preparare al meglio una sfida. Personalmente quando preparo una gara inizio in maniera graduale già il martedì lavorando sulla fase offensiva, difensiva e di possesso. Quando giochi ogni tre giorni non puoi dedicare un giorno intero a un singolo aspetto, devi comprimere tutto ed è più difficile soffermarsi sui dettagli".
Infine, una battuta anche sul Napoli di Maurizio Sarri e sulle caratteristiche che più hanno colpito il nuovo tecnico dell'Udinese: "L'organizzazione di squadra. E il sapersi muovere in relazione alla palla, al compagno e all'avversario. Ed è una cosa che poche squadre fanno. Tutto segue una logica ben definita e non in modo istintivo. E poi non si riesce mai ad avere punti di riferimento".