La Juventus si mette definitivamente alle spalle le ruggini di inizio stagione vincendo in casa di un Bologna tutt'altro che agevole. Convincendo e conquistando i tre punti senza troppo patire, i bianconeri di Massimiliano Allegri lanciano un messaggio al campionato, recuperando tre punti all'Inter e tenendo il passo di un Napoli tornato a brillare, contro il Torino, nel sabato dell'Olimpico. Eppure più di uno scettico non avrebbe scommesso molto su una prestazione tanto importante della Vecchia Signora, praticamente perfetta contro i felsinei di Donadoni.
Fin dai primi minuti, il Bologna ha infatti cercato di aggredire la Juventus con tanta aggressività, attitudine tattica che ha inizialmente messo in difficoltà Miralem Pjanic, in crescita con il passare dei minuti e sbloccatosi mentalmente grazie alla perla da punizione che, al minuto numero ventisette ha di fatto spianato il terreno ai bianconeri. Prendendo le misure agli avversari, la Juventus ha fatto valere il proprio tasso tecnico, pungendo in contropiede e dimostrandosi solidissima in difesa grazie ad un Benatia diventato ormai pedina fondamentale dello scacchiere tattico di Massimiliano Allegri.
Scesi in campo con una specie di 4-3-2-1 in onore dell'imminente festività natalizia, la Juventus si è dimostrata dunque squadra compatta, solida ed orchestrata, un orologio i cui ingranaggi stanno finalmente cominciando a girare: Matuidi è ormai una diga in mezzo al campo, bello suo goal valevole il 3-0, Douglas Costa sta sempre più perdendo gli inutili "leziosismi", Mandzukic ha ripreso l'acciaio dei tempi migliori. Leggermente sottotono Khedira, anche se la prestazione del tedesco non ha comunque deluso le aspettative.
Ora, in vista del delicatissimo match di sabato contro la Roma, Massimiliano Allegri dovrà preservare la concentrazione dei suoi ragazzi, cercando di recuperare un Paulo Dybala in chiaroscuro da tempo, unica nota negativa di una giornata pressoché perfetta. L'argentino, entrato al 76' al posto di Mandzukic, non ha avuto molto tempo per incidere, ma è innegabile che il suo contributo in fase realizzativa e di costruzione di gioco è calato. Allegri, dunque, dovrà essere bravo a scuotere l'ex Palermo, rigenerando un giocatore forse eccessivamente pressato dall'obbligo di fare bene in ogni circostanza. Galeotto fu quel paragone con Messi, si potrebbe dire parafrasando Dante...