La catena di sinistra tradisce Sarri ed i suoi discepoli mentre i Viola sembrano aver assimilato sempre di più il vangelo dell'apostolo Stefano. Il frutto è un prevedibile pareggio a reti bianche che poteva essere sbloccato soltanto dalla giocata di un singolo o da una palla inattiva. Così non è stato, sia per la concentrazione dell'estremo difensore viola maggiormente bersagliato rispetto al dirimpettaio, sia per l'applicazione della compagine viola nel seguire le indicazioni del suo tecnico.
Tanto per precisare, quando parlo di catena di sinistra, non mi riferisco nè a Bersani e D'Alema che, ahimè, ci sono ancora bensì a Ghoulam ed Insigne. Già, perchè, per quanto assurdo possa sembrare a chi di pallone parla al bar, la perdita più importante nello scacchiere napoletano è quella del terzino algerino. Le motivazioni sono due: la tipologia di infortunio (6 mesi di stop-qualche settimana) e la reperibilità di un sostituto atleticamente e tatticamente all'altezza. Mario Rui da questo punto di vista è la migliore soluzione possibile perchè ha già assimilato gli schemi ed i movimenti di Sarri ai tempi di Empoli, cosa che Maksimovic non è riuscito a fare perchè, fortunatamente, 35 milioni comprano il giocatore ma non sviluppano pensiero ed applicazione.
Pioli, ovviamente, sapendo benissimo tutto questo ha impostato la partita sulla difensiva: "prima di tutto non lo prendo, poi se con una ripartenza o su un calcio piazzato la buttiamo dentro, tanto di guadagnato". Pensiero più che condivisibile perchè a fare almeno un punto a Napoli quest'anno sono riuscite soltanto Inter e Juventus, non proprio le due ultime arrivate.
Quello che personalmente mi ha colpito molto riguardo i Viola è stata l'unione di intenti tra allenatore e giocatori. Sia i titolari che quelli che sono subentrati hanno fatto quello che gli era stato chiesto, segno che hanno fiducia nella loro guida tecnica, credono in Stefano Pioli allenatore e questa è la componente fondamentale quando si vuole raggiungere un risultato senza avere a disposizione quei fenomeni che vincono le partite da soli. In questo modo anche singoli mediocri diventano buoni (Veretout ne è l'esempio lampante) quelli buoni diventano trascinatori e leader (Astori, attualmente tra i migliori 5 difensori italiani) e chi deve acquisire fiducia lo può fare senza eccessive pressioni e la trasmette ai suoi compagni di reparto (Sportiello).
Unica nota negativa la prestazione di Federico Chiesa ma si sa che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" e dunque anche le prestazioni da quasi insufficiente si trasformano in insufficiente. Ma il giovane diamante viola mi sembra anni luce avanti da questo punto di vista rispetto a colleghi anagraficamente più maturi e quindi avanti tutta, ti aspettiamo sotto la Fiesole o in mezzo al parterre di Maratona al prossimo acuto.