E' solito, in queste particolari occasioni, parlare sempre di chi i gol li fa e non di chi li "architetta". Concentrarsi sul nueve o sul diez e non su chi tira le fila dal centrocampo, parlare quindi di Higuain, Icardi, Perisic o di Dybala. Di quei fuoriclasse che possono gonfiare la rete da un momento all'altro.
Molto di meno si usa parlare dei registi, avanzati o arretrati che siano. Da buon italiano se dovessi rappresentare questo ruolo con un numero non avrei dubbi, sarebbe il ventuno di Andrea Pirlo, da poco ritiratosi. I "ventuno" di questa sfida sono Miralem Pjanic e Borja Valero. In questa stagione Borja le ha giocate tutte a differenza di Pjanic, che viene da un infortunio muscolare. Sono quasi 300 i minuti in più dello spagnolo rispetto al bosniaco, ovviamente statistica legata esclusivamente al campionato, visto che l'Inter non ha impegni europei in questa stagione a differenza della Juventus.
Se dovessimo legare questi due ad una tipologia di personaggio della commedia di Plauto, senza alcun dubbio sarebbero rappresentati dal servus callidus -il servo astuto-, un personaggio di vitale importanza ai fini dello svolgimento della trama, colui che regge tutto l'intreccio della storia e che la porta al lieto fine tramite, per l'appunto, astuti piani. Quindi un personaggio che nella storia è "dietro le quinte" e permette all'adulescens -l'adolescente, il suo padroncino- di raggiungere i propri scopi. Questa figura la potremmo ricongiungere ad Icardi ed Higuain nel nostro caso.
Ma torniamo ai nostri "21" partendo da chi gioca in casa.
Pjanic da quando è arrivato alla Juventus ha subito una trasformazione legata sia alla posizione e al ruolo nel centrocampo bianconero, sia alla maturazione avuta in questi anni all'ombra della Mole Antonelliana. Rispetto alle stagioni con la Roma, Pjanic è stato arretrato da vero e proprio regista davanti alla difesa, ruolo che per doti tecniche gli calza a pennello. Soprattutto ha eliminato praticamente qualsiasi leziosità di troppo dal suo modo di giocare, acquisendo un atteggiamento che gli permette di fare sempre la giocata giusta. Il bosniaco è dotato di un destro delicatissimo e di una visione di gioco innata, che gli fa vedere spazi anche dove non ci sono.
L'Inter è la difesa meno battuta del campionato e per scavalcarla serve un colpo di genio, una giocata da fuoriclasse ed è quello che Allegri si aspetta da Pjanic, capace in stagione di regalare già sette assist ai compagni e di fare due gol. Al suo fianco ad assumere i compiti di interditore ci sarà Sami Khedira, che insieme a Matuidi è il perfetto compagno per lasciare libero Pjanic di creare gioco. Proprio per limitare Pjanic è molto probabile che nell'Inter si riveda dal primo minuto Roberto Gagliardini, con il sacrificio di Brozovic, nonostante l'ottimo stato di forma di croato. Spalletti lo metterà sulle tracce di Pjanic al fianco di Vecino, in modo da provare a limitare il raggio d'azione del bosniaco e soprattutto di farlo ragionare il meno possibile. Ma è possibile non far pensare una mente così calcisticamente superiore?
Per Borja Valero il discorso è assolutamente similare, ad evidenziare maggiormente le similitudini fra questi due giocatori. Abbiamo potuto apprezzare lo spagnolo per molti anni a Firenze da mezzala o anche da trequartista. Con i viola ha dato più volte dimostrazione della sua classe e della sua eleganza in campo, danzando sul pallone prima dell'intuizione giusta per lanciare il compagno in rete. Negli ultimi anni a Firenze con Sousa il suo raggio d'azione è stato avanzato dietro le punte, linea guida seguita in parte anche da Luciano Spalletti, che lo ha fatto giocare maggiormente in quella posizione e meno in mediana. In entrambe le zone del campo è comunque da lui che l'Inter passa per iniziare la manovra, anche perché lo spagnolo è solito abbassarsi per ricevere il pallone. In mediana ha anche dimostrato ottime capacità d'interdizione, più di quante gliene siano richieste vista la presenza di Vecino e di Gagliardini al suo fianco.
Chi segue le statistiche, potrebbe notare un dato preoccupante riguardo Borja Valero: zero assist. Sì, nessuna assistenza per un goal in questa stagione per lo spagnolo e un solo gol realizzato. Dato però molto poco indicativo in questo caso, perché se è vero che non c'è mai stato un ultimo passaggio di Valero prima di un gol, è anche vero che a mettere ordine a centrocampo, a verticalizzare, ad allargare, ad impostare e ad iniziare l'azione, ci pensa quasi sempre lui. Spalletti lo ha reso filtro indispensabile fra centrocampo e attacco, punto di riferimento per i compagni. Quando le idee sono incerte e il gioco bloccato, basta passarla a Borja Valero. Come Pjanic, anche l'iberico ha una visione di gioco superiore rispetto alla media. Un terzo occhio correlato ad una velocità di pensiero straordinaria. Dovrà guardarsi le spalle da Khedira, il confronto fisico è in netto favore del tedesco, che però dovrà esser bravo a stare dietro al numero 20 nerazzurro, che in questa stagione non ha mai dato punti di riferimento in campo agli avversari, spaziando dal centrocampo alla trequarti e in tutte le zone di quest'ultima.