Allegri fa filotto e per la quarta volta consecutiva imbocca la strada che porta alla prima scrematura in Champions League. Piccola postilla negativa: è la terza volta che la Juventus arriva seconda. Ma stavolta la classifica sembrava essere già scritta sin dal principio sebbene qualche rimpianto potrebbe aver senso, come ad esempio il pareggio contro lo Sporting in Portogallo. Tuttavia analizzare il come sarebbe potuto essere perde di ogni senso e cade nella faziosità. Ad oggi, la Juventus è di nuovo tra le migliori sedici d'Europa. Il primo step è stato superato abbastanza agevolmente. Ora sotto con gli ottavi.

La squadra greca si conferma di nuovo vittima prediletta della Juventus che quest'anno (a differenza della stagione 14/15) fa l'en plein e con lo stesso risultato in due partite non propriamente uguali. All'andata, l'Olympiacos (fresca del nuovo allenatore) aveva impostato una partita per lo più difensivista, innalzando un muro che solo Higuain prima e Mandzukic poi avevano scardinato negli ultimi quindici minuti. Ieri sera, la musica è stata ben diversa. La difesa greca non ha retto abbastanza e dopo solo quindici minuti Alex Sandro crossa al centro per il taglio di Cuadrado che fa zero a uno, con un gol che ricorda molto quello in extremis al Torino nel derby di due anni fa. E fino ad un minuto dalla fine, la Juventus gestisce sapientemente concedendosi qualche brivido legato alla distrazione. Sczczesny trova due ottime parate e la complicità della traversa (su deviazione miracolosa di Rugani), momenti che permettono alla Juventus di portare a casa il terzo clean sheet consecutivo.

Una prova difensiva all'altezza per una competizione dove nulla è scontato e dove anche la più debole del girone nasconde insidie notevoli, soprattutto tra le mura amiche (si legga alla voce Copenaghen-Juventus e Nordsjelland-Juventus). Non per nulla, il Barcellona ha sofferto moltissimo la difesa ad oltranza proprio contro i greci, capaci quest'ultimi di portare a casa un pareggio insperato fino a poco prima. A differenza della partita contro il Napoli, la difesa bianconera non ha dato l'impressione di essere solida, complice anche e soprattutto l'assenza di Chiellini. Benatia oscillava tra rischi eccessivi ed anticipi tanto sontuosi quanto aggressivi, come al suo solito. Dai rischi in difesa, passiamo all'attacco. Higuain si è sacrificato moltissimo a centrocampo per lasciare più spazio a Dybala ma le notti d'Europa sembrano ancora non essere alla sua portata. Con questa partita, sono nove i match consecutivi in cui non va a segno.

Le due ali si sono invece comportate benissimo. Douglas Costa sembra aver trovato una mediazione importante tra la sua anarchia tattica e quello che chiede Allegri. Cuadrado ha imbeccato la giornata giusta offrendo un'ottima prestazione bagnata anche dal gol, il suo terzo in Champions. Al battesimo anche Federico Bernardeschi, subentrato al posto del colombiano ed autore di un gol dopo soli quattro minuti dal suo ingresso. Una corsia fortunata, insomma. O più pragmaticamente, una corsia che ha saputo sfruttare le sue qualità collettive grazie alle diagonali (Cuadrado) e le sue qualità individuali, proprio grazie al dribbling di Bernardeschi. Al neoacquisto bianconero sono serviti solo quattro minuti per prendere le misure: prima Proto compie un'ottima parata su un tiro potentissimo poi nulla può sul tiro incrociato del numero 33. Gol che chiude definitivamente i conti e che manda la Juventus alle (insidiosissime) urne di Nyon.