All'improvviso, come se si fosse cliccato un interruttore, in Serie A sembra sia tornato tutto alla normalità. Sono bastati novanta minuti da Juventus e la sensazione è che tutto sia tornato al proprio posto, con la truppa di Max Allegri che - al contrario di quanto dice la classifica - ritorna prepotentemente la più quotata per la vittoria dello Scudetto. A farne le spese il Napoli, che qualche segnale di cedimento rispetto al rendimento assurdo di questo avvio di stagione lo aveva già dato, ma che era al contempo comunque riuscito praticamente sempre a fare bottino pieno: Gonzalo Higuaìn firma il trionfo bianconero al San Paolo, lui, proprio lui, non solo ex più atteso ma anche fuoriclasse troppo spesso bersaglio di critiche e, proporzionalmente, sempre più decisivo.

Non è così semplice a dire il vero, non a 23 giornate dal termine del torneo. Sarà soltanto il tempo a dirci quale fra le due compagini indicate come favorite al momento la spunterà  - anche se sarebbe bene non sottovalutare nemmeno Inter e Roma, guardando la classifica -. Intanto, ieri sera, Madama ha compiuto uno step piuttosto importante. Oltre alla singola prova tatticamente sublime, oltre ai tre punti in trasferta in uno scontro diretto, oltre ad un attaccante che non sbaglia un colpo c'è un undici che manda finalmente dei segnali molto positivi, che sa soffrire e sa far soffrire, che conosce i momenti della partita e, grazie al sacrificio, li piega al suo volere. In un aggettivo si direbbe vincente. E' anche il senso delle parole di Gianluigi Buffon, non proprio uno a caso, nel post-gara: "Quando giochiamo con rabbia, grinta e voglia di essere gruppo siamo una squadra veramente solida che potrebbe ripetersi nuovamente, ma non è facile riportare sempre sul campo questi ingredienti".

E questa considerazione ci porta immediatamente allo step successivo: il capitano della Vecchia Signora ha posto infatti delle condizioni non banali che la sua squadra è assolutamente tenuta a rispettare. Tutto ciò di bello che si è visto al San Paolo non può bastare, non è abbastanza: attenzione, nello slancio di una vittoria così perfetta, a perdere di vista che sarà la continuità di queste prestazioni a portare al titolo e nient'altro. Forse per la prima volta in stagione i campioni d'Italia hanno affrontato una gara senza andare incontro a cali di tensione di alcun tipo in nessun momento: nel momento più difficile sono venuti fuori gli attributi migliori  - in tutti i sensi - dei giocatori, che hanno dimostrato di avere le potenzialità di vincere contro qualsiasi squadra ed in qualsiasi trasferta, in Italia e non solo. Solo il Manchester City, in stagione, aveva vinto nella casa dei partenopei; solo l'Inter era riuscita a non prendere gol.

Adesso, dunque, la Juventus riparte da certezze vecchie e nuove. Quelle vecchie, che risiedono nella qualità organizzative della squadra o nelle rifiniture di Higuaìn e Dybala; quelle nuove, come un Matuidi che si riscopre esterno (l'aveva già fatto al PSG) o un Douglas Costa anche terzino se necessario, ma proprio per questo infinito in ogni aspetto del suo gioco ieri sera. In tutto questo, ora, resettare e ripartire: alle porte c'è la sfida decisiva con l'Olympiacos in Champions League, poi arriverà il secondo big match consecutivo in campionato contro l'Inter. E guai a pensare che la strada sia in discesa.