La partita di ieri tra Napoli e Juventus è la dimostrazione di come, nel calcio di oggi, sia fondamentale avere un piano B. I bianconeri espugnano il San Paolo, infliggendo la prima sconfitta da nove mesi a questa parte alla banda di Sarri, con una partita ordinata, solida e giocata prettamente nella proprio metà campo, senza però mai rischiare veramente di prendere il gol. Massimiliano Allegri, allenatore dei bianconeri, si dimostra ancora una volta un maestro di tattica, sebbene in conferenza stampa lui dica di non saperne molto, scherzando chi lo criticava fino a due domeniche fa, e lo dimostra svelando tutti i limiti dello schema sarriano: la mancanza di un piano di gioco alternativo alla verticalizzazione centrale.

Prima di parlare di ciò che è accaduto in campo, va dato anche uno sguardo alle formazioni scelte dai due allenatori, soprattutto a quella del tecnico bianconero. Sarri, infatti, opta per i soliti undici, mentre Allegri rispolvera, almeno sulla carta, il centrocampo a tre con Khedira-Pjanic-Matuidi. In campo, però, la linea mediana risulta essere a quattro, con il francese largo a sinistra e Douglas Costa, ottimo in ripiegamento, a presidiare l'out di destra. Il classico 4-4-2 nega profondità al Napoli riducendo sensibilmente le opzioni offensive degli azzurri, la chiave della partita è qua e ci torneremo anche più avanti.

L'avvio del match ha visto una Juventus con qualche problema in fase di costruzione, tanto che Hamsik ha mancato l'appuntamento con il gol dopo soli due minuti, ma ha anche messo in mostra le distrazioni di Koulibaly. Il difensore senegalese, uno dei migliori del nostro campionato, ha commesso due volte lo stesso errore: farsi attrarre dal pallone e lasciare libero Higuain. Il primo arriva al terzo minuto: Higuain recupera palla a metà campo, serve Douglas Costa e si butta in mezzo; Koulibaly prima lo segue, poi si fa attrarre dal brasiliano e va in raddoppio aiutando Hysaj, lasciando il buco per l'inserimento del nove che non trova il gol.


Reina ci mette una pezza, ma l'errore di Koulibaly è da scuola calcio

Il secondo errore difensivo arriva all'undicesimo minuto e questa volta Higuain non perdona. Ciò che deve far riflettere Sarri, oltre alla perdita del pallone da parte di Insigne che cerca la giocata al posto del cambio gioco, è il fatto che l'errore sia sempre quello e commesso sempre dallo stesso giocatore: Koulibaly.


Koulibaly stringe al centro attratto dal taglio di Costa, già seguito da Albiol, e si dimentica di Higuain. Colpevolmente in ritardo anche Hysaj.

I primi venticinque minuti hanno mostrato una facilità imbarazzante da parte della Juventus di ribaltare il gioco, sfruttando gli spazi in verticale lasciati dagli uomini di Sarri e sfiorando anche il raddoppio. Di contro, il Napoli, si scontrava con la solidità della fase difensiva bianconera, sotto accusa da inizio campionato e mai così granitica come ieri sera. I partenopei sono arrivati più volte al limite dell'area bianconera, ma a causa degli spazi chiusi si sono ritrovati spesso a tentare la soluzione da fuori area, soprattutto con Insigne che nel corso del match ne ha spesso abusato, forse sentendosi caricato del peso di dover risolvere la partita da solo.


Una delle tante conclusioni forzate da parte di Insigne. Il mancato passaggio per Callejon grida vendetta.

La Juventus ha studiato ogni singola situazione offensiva del Napoli, accorgendosi come la vera differenza avvenga nel passaggio in verticale al limite dell'area dettato da Mertens, fantastico in questo tipo di movimento. Allegri ha quindi organizzato di conseguenza la sua fase difensiva: squadra schiacciata negli ultimi venticinque metri, annullamento di ogni possibilità di andare in verticale ed obbligo di allargare il gioco sulle fasce, dove poi veniva concesso il cross, mai pericoloso visto la differenza di stazza tra i difensori bianconeri e gli attaccanti azzurri.

La situazione illustrata qua sopra nella gif è una delle tante accadute nel corso dei secondi quarantacinque minuti, quando il Napoli ha schiacciato la Juventus nella propria area di rigore, senza però creare pericoli reali. In un'altra occasione, contro una squadra non così organizzata e con un piano tattico non ben chiaro in mente, Allan avrebbe potuto andare in verticale per Mertens, che poi avrebbe fatto ciò che avrebbe voluto con la palla; al contrario, il pressing di Matuidi e la presenza di Benatia che accorcia immediatamente sul folletto belga, lo costringono ad allargare per il cross di Mario Rui che si rivelerà innocuo.