Manca solo un giorno all'attesissimo confronto tra Napoli e Juventus, match clou della quindicesima giornata di Serie A. La formazione campana affronterà la sfida forte del primo posto in classifica con quattro punti di vantaggio sui rivali; i bianconeri, invece, saranno costretti ad inseguire. Sarà sicuramente una grande partita, la quale racchiude in sé tante "sfide nella sfida". Una di queste ha per protagonisti i due tecnici, ovvero Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, due allenatori che sono riusciti a conquistare il grande palcoscenico partendo dal basso e facendo tanta gavetta, due allenatori che portano avanti pensieri calcistici differenti e diversi modi di intendere questo sport. 

Maurizio Sarri: "l'esteta"

Maurizio Sarri inizia la sua carriera da allenatore dal basso, allenando lo Stia, squadra che nel 1990 milita in Seconda Categoria. In seguito riesce a portare il Faella in Promozione ed il Sansovino dall'Eccellenza alla Serie C2, vincendo persino la Coppa Italia Serie D nella stagione 2002/03. Dal 2003, infatti, inizia la carriera di Sarri tra i professionisti, costellata da alti e bassi. Tra i risultati positivi ricordiamo il piazzamento ai quarti di finale di Coppa Italia con l'Arezzo nella stagione 2006/07 e la promozione in B sfiorata con l'Alessandria nel 2012. I successivi tre anni alla guida dell'Empoli valgono per l'approdo nella massima serie.

Il tecnico del Napoli Maurizio Sarri. Foto: Twitter Official SSC Napoli
Il tecnico del Napoli Maurizio Sarri. Foto: Twitter Official SSC Napoli

Al suo arrivo in A, Sarri riesce in poco tempo a stupire tutti mostrando tutto il suo repertorio guadagnato dopo anni di duro lavoro. Il tecnico del Napoli imprime i propri schemi e trasforma le sue squadre in macchine perfette, stupisce tutti con il bel gioco ed i grandi tatticismi. Per questo motivo l'ex tecnico dell'Empoli può essere definito un "maestro della tattica", poiché riesce a curare ogni aspetto tecnico. Il suo Napoli, infatti, riesce a costruire delle grandi manovre d'attacco ed ultimamente è diventato anche molto attento in fase difensiva. Un'altra grande qualità dell'allenatore degli azzurri è l'abilità nel lavorare con i giovani, ovvero le sue enormi doti nel coltivare e crescere i talenti in rosa. A ben vedere, numerosi talenti cristallini stanno salendo di colpi sotto l'ala "sarriana", tra i quali per esempio i vari Zielinski, Diawara e Rog. L'allenatore dei campani è inoltre il principale responsabile dell'esplosione di Lorenzo Insigne, che sotto la sua guida sta diventando uno dei gioielli del calcio nostrano. 

Lorenzo Insigne in azione contro l'Udinese. Foto: Twitter Official SSC Napoli
Lorenzo Insigne in azione contro l'Udinese. Foto: Twitter Official SSC Napoli

L'unico difetto che può essere dato al tecnico è la cattiva gestione della rosa, probabilmente a causa dei suoi accurati tatticismi. Sarri, infatti, essendo troppo concentrato sugli schemi non eccelle nell'interpretare i suoi giocatori per cui tende spesso a scartare coloro che non sono compatibili con il suo sistema di gioco. L'aspetto mentale è molto importante in una grande squadra come il Napoli, al fine di mantenerne costante il rendimento.

Max Allegri: "lo psicologo"

Dietro i recenti successi della formazione bianconera si nasconde lui, Massimiliano Allegri. In tre stagioni la Juventus è riuscita a conquistare tre scudetti, tre coppe Italia, una Supercoppa italiana e due finali - perse - in Champions League. Il tecnico livornese si è fregiato dell'appellativo di "psicologo" per la sua straordinaria cura dell'aspetto mentale della partita. Il suo carattere apparentemente remissivo sprigiona maggiore tranquillità nei giocatori, che lo vedono più come una figura familiare che un "sergente di ferro". Allegri lo si può definire molto umano, ottiene sempre un dialogo con i suoi giocatori. Inoltre, l'ex allenatore del Milan ha anche la dote di interpretare con successo le partite, mettendo in campo gli uomini giusti, disponendoli nel modo giusto.

Mister Allegri. Foto: Twitter JuventusFC
Mister Allegri. Foto: Twitter JuventusFC

Per questo motivo la sua Juve è riuscita a vincere molte partite anche se con una prestazione mediocre. Certamente la squadra che allena ha a disposizione dei grandissimi interpreti, i quali sono capaci di farti vincere le partite solo con una buona giocata. Tuttavia, è vero anche il fatto che il mister dei bianconeri ha dato il suo grande contributo nel costruire quella macchina perfetta chiamata Juve soprattutto sotto l'aspetto mentale. I limiti, se di "limiti" si può parlare andando a descriverne il lavoro, consisterebbero nell'aspetto tattico: le squadre di Allegri, infatti, non hanno mai un modulo preciso di gioco e cambia da un momento all'altro. Per questo motivo ci sono stati momenti in cui il tecnico livornese era in una situazione di smarrimento nel quale la sua squadra non riusciva a trovare la sua identità. In una grande squadra come la Juve il difetto è stato sempre coperto alla fine, ma in un'altra squadra cosa potrebbe succedere?