Se si pensa a Napoli-Juventus si pensa all'attacco, ai gol, ai fantasisti, a chi col pallone tra piedi incanta i tifosi e decide un match-scudetto. Ma una sfida del genere non sempre (anzi, quasi mai) diventa uno scontro all'arma bianca e spessso sono le difese a prendere il sopravvento. E se da un lato c'è una Juve che sembra finalmente aver trovato un minimo di solidità (e un Howedes di livello), con due partite consecutive concluse a reti inviolate, dall'altra parte c'è una squadra che ha quasi dimezzato i gol incassati rispetto alla scorsa stagione. In una situazione del genere gli attaccanti non sempre possono trovare spazio per colpire e i fantasisti rischiano di rimanere ingabbiati nella morsa difensiva dell'avversario. A diventare fondamentali sono allora le fasce: è lì che il gioco può svilupparsi ed è da lì che possono partire le azioni più invitanti per gli uomini d'area, altrimenti costretti a tanto lavoro di movimento e pochi palloni toccati.

Una partita nella partita. Napoli e Juve di esterni forti ne hanno e in particolare ce ne sono due che possono rappresentare il vero centro del match: José Maria Callejon e Juan Guillermo Cuadrado. Due dal sangue latino, diversi ma non così tanto, rapidi, tecnici, uno ormai costante e pienamente inserito nel pensiero di Sarri, l'altro altalenante e a volte fuori dal gioco, ma capace di fare cose devastanti quando è in forma. Tutti e due capaci di trascinare la propria squadra quando al centro del campo le cose si fanno difficili, quando le difese alzano le barricate e gli spazi diventano minuscoli. Due che difficilmente incroceranno i loro sguardi in campo, entrambi impegnati al fianco destro della loro formazione, ma che metaforicamente rappresentano un match nel match, che potrebbe essere ancora più decisivo. 

Controllo di Callejon | twitter ufficiale Napoli
Controllo di Callejon | twitter ufficiale Napoli

La rapidità al potere. Callejon è l'uomo che può inserirsi ovunque e che nel gioco voluto da Sarri tende spesso anche ad accentrarsi quando parte il pallone in verticale per cercare il dialogo vincente non solo con l'attaccante centrale, ma anche con l'altro esterno. Spesso infatti lo spagnolo si è trovato ad essere servito non solo da Mertens, ma anche da Insigne, a sua volta in posizione più accentrata quando parte l'imbucata del centrocampista. Scambi stretti, ma anche sprint sulla fascia a prendersi lo spazio per il cross al centro, spesso arretrato per permettere l'inserimento in corsa dei compagni.

I muscoli e la corsa. Anche lui, però, qualche difetto lo ha e sarà proprio lì che la Juventus dovrà puntare per arginare il numero 7 azzurro, che fisicamente non è fenomenale e potrebbe quindi soffrire i solidi difensori bianconeri, che se riuscissero a chiuderlo sulla corsa potrebbero annullarlo dal match. D'altra parte Callejon è il meno "tecnico" del trio d'attacco napoletano e tende spesso a cercare l'inserimento in profondità, piuttosto che l'uno contro uno. Imperdonabile permettergli qualsiasi minima libertà, perché ogni centimetro di spazio dato allo spagnolo può rivelarsi letale. 

Cuadrado festeggia dopo il gol al Benevento | twitter ufficiale Juventus
Cuadrado festeggia dopo il gol al Benevento | twitter ufficiale Juventus

Altalena colombiana. Dall'altra parte della barricata c'è un giocatore dal potenziale tanto fenomenale, quanto troppo spesso inespresso, o quantomeno non del tutto mostrato come meriterebbe. Cuadrado quando è in giornata può essere in grado di asfaltare la fascia di qualsiasi campo e contro qualsiasi difesa; viceversa, in certi periodi, cade qualche volta di troppo in errori banali e non da lui, vedasi l'incredibile gol sbagliato sullo 0-0 nell'assurdo pomeriggio di Marassi. Contro il Napoli il colombiano servirà al massimo delle sue possibilità, per poter sfruttare qualsiasi errore della difesa napoletana, che potrebbe soffrire il movimento di Dybala e Higuain (o Mandzukic, nel possibile caso del San Paolo) che tende a far salire la retroguardia avversaria e liberare il suggerimento verso gli esterni. 

Il movimento e i piedi. Il colombiano, viceversa, spesso riesce a portare anche due o tre uomini su di lui, liberando il varco al centro dove Dybala o i centrocampisti possono diventare molto pericolosi. Caso più evidente è quello di Juventus-Barcellona dello scorso Aprile, con Cuadrado che punta Iniesta e porta su di se anche Neymar in ripiegamento difensivo, mentre Pique è costretto a rimanere più arretrato per chiudere lo spazio in area piccola lasciando quindi la possibilità di girata a Dybala. L'esterno bianconero ha inoltre un'ottima capacità di saltare l'uomo e di prendere falli, pur non avendo le stesse qualità realizzative del collega spagnolo, anche se quest'anno ha già raggiunto lo stesso numero di gol segnati nell'intera stagione passata e ha dimostrato già in passato di poter siglare pochi gol, ma pesanti.

Appuntamento allora al San Paolo, alle 20:45, per una sfida che inizia ad avere sapore di scudetto.