Allarmante? No, ma tutta da analizzare. Con precisione, senza ansie, e con la giusta e necessaria dose di severità. Il pari del Ferraris presenta queste caratteristiche, per la Roma di Di Francesco. Un pari rosso che non aiuta nella rincorsa al vertice, viste le vittorie di Napoli, Juve ed Inter ai piani più alti. Un pari che poteva anche assumere proporzioni diverse, o poteva trasformarsi in una disperata vittoria (il palo di Strootman è stato il 12esimo in stagione per la squdra giallorossa).

Insomma, un bilico che - dopo tanti domini- non può e non deve spaventare, semmai deludere. Ciò che invece ha totalmente stravolto le menti e messo in dubbio per ore e ore il popolo giallorosso è il gesto inconsulto di capitan De Rossi, infortunio già esaustivamente analizzato dall'Italia calcistica. Tornarci e tematizzarlo (senza alcuna volontà di giustificarlo, beninteso) rischia di essere ripetitivo. Se però di lezione si è trattato, e questo effettivamente è un tema ancora da battere, un insegnamento va affrontato in maniera esemplare. Quindi oltre al provvedimento disciplinare (due giornate, probabilmente) la Roma deve essere dura col giocatore, che è il suo leader e trascinatore, che testimonia i valori fondanti del calcio giallorosso. Una mancanza gravissima, quella di capitan futuro, che macchia di nero (non si tratta, purtroppo, del primo episodio) una carriera sempre eccessiva, sia nel positivo che nel negativo. 

Tornare in campo, dopo e prima l'episodio, è una sfida ardua, per via di una partita bruttina, comunque sempre nelle mani della Roma, che nel primo tempo ha semplicemente amministrato il pallone, proponendo pochissimo e spingendo ancora meno. La gara negativa di Florenzi, gli errori offensivi di Kolarov, e la poca spinta dei centrocampisti, hanno fatto lavorare il doppio gli esterni alti, Perotti ed El Shaarawy, cercati spesso dalla squadra. Proprio da questi scambi era arrivato il gol giallorosso, cui ha fatto seguito, 15' dopo, la follia inspiegabile di De Rossi. Da lì, una gara giocata senza schemi, solo con un nervosisimo generale che ha reso 20' di partita una semi-corrida inguardabile.

Ora per la Roma lo scoglio si chiama testa, e vincere su di essa è il primo risultato. Nel concreto, venerdì con la SPAL.