Il Palermo riscatta lo stop subito col Cittadella, annienta l'Avellino e agguanta la vetta della classifica della Serie B. Tutto facile per i rosaverde di Tedino, che non hanno affatto risentito dell'uomo in meno per oltre 50 minuti, non hanno concesso nulla ai biancoverdi e hanno sfruttato la netta supremazia tecnica, fisica e anche tattica per guadagnare 3 facilissimi punti. Bellusci e Struna sono un muro invalicabile, Ghanorè giganteggia a centrocampo, Aleesami e Rispoli dominano le fasce e Jajalo quando accelera è imprendibile. L'Avellino naufraga dopo il buon punto conquistato a Frosinone. Novellino non azzecca le scelte: Marchizza, inseguito per tutta l'estate, viene schierato a sorpresa e sbaglia sul secondo gol; l'eterno ballottaggio Moretti-Paghera viene risolto mandando entrambi in campo, ottenendo una manovra lenta e inconcludente; con la difesa a 3, Molina e Falasco galleggiano sulla fascia senza affondare e senza chiudere. Una confusione totale che scatena la contestazione dei tifosi.
Primo tempo L'Avellino abbozza un pressing alto che aveva dato buoni risultati contro il Foggia. La posizione di Moretti, schiacciato davanti alla difesa, non aiuta la manovra degli irpini, che restano rintanati nella loro metà campo regalando ampie fette di centrocampo a Chochev e Gnahore'. Quest'ultimo dimostra subito di essere un lusso per la categoria, surclassando chiunque capiti dalle sue parti. Primo squillo dopo 10 minuti: una sventola di Jajalo prende uno strano giro e per poco non sorprende Lezzerini, che è bravo ad allungarsi e a deviare. Dopo una mezz'ora di noia, costante delle ultime partite interne dell'Avellino, il Palermo passa improvvisamente. Chochev e Nesterovski provano a sfondare centralmente, Molina si mette in mezzo ma beffa il proprio portiere con un pallonetto senza senso. Il Palermo non ha nemmeno il tempo di festeggiare che resta in 10: l'arbitro Nasca manda sotto la doccia Cionek col rosso diretto, punendo il difensore per un'entrataccia su D'Angelo. L'Avellino prova a scuotersi e a chiamare per la prima volta in causa Posavec, ma la conclusione di Moretti, la prima e unica degli irpini nei primi 45 minuti, termina sul fondo.
Secondo tempo Ci si aspetta un Avellino all'arrembaggio, ma Novellino conferma 11 e disposizione tattica, forse contento di ciò che ha visto. Il Palermo ringrazia e cala il bis. Moretti perde palla nella trequarti avversaria, Coronado si invola verso la porta irpina, poi allarga sulla destra un pallone che Marchizza, lento e macchinoso, pachidermico, non intercetta e che arriva a Gnahorè. Il centrocampista controlla e fa secco Lezzerini sul proprio palo. Novellino dà il via al valzer delle sostituizioni cambiando moduli e uomini, ma non serve a nulla. Bidaoui porta un po' di vivacità e nient'altro, Asencio solo buona volontà, Laverone i soliti cross sballati. Tedino può amministrare in tranquillità il doppio vantaggio, sembra quasi essere lui quello con l'uomo in più. Posavec si ricorda di essere...Posavec, e prova a rimettere in gioco gli irpini cincischiando su un retropassaggio, ma l'Avellino non scarta il regalo e il Palermo va ancora in rete. Jajalo parte neanche fosse Lomu e si beve mezzo Avellino, che sta a guardare mentre Nestorovski sfrutta l'assist sfondando la porta con un poderoso sinistro. L'Avellino accorcia con Asencio, che sfrutta un assist di Bidaoui, e in teoria con 15 minuti da giocare e un uomo in più potrebbe credere in una delle tante rimonte che regala questa Serie B, ma gli irpini non hanno né la forza né la voglia di provarci, e si accontentano di continuare a inondare l'area del Palermo con cross che fanno il solletico a Struna e Bellusci.