Alessandro Del Piero è tornato martedì in Italia per impegni vari, domani ripartirà per Los Angeles, ma non ci starà per molto visto che venerdì prossimo è atteso ancora a Milano. Mai banale, anche quando concede delle interviste come quella apparsa stamattina sulla Gazzetta dello Sport con la prima riflessione sulla sua Juventus dopo il pareggio con il Barcellona: "Quando commento la Juve riesco a essere distaccato. Ma è cosa buona che non possiate vedermi mentre guardo le partite: ogni tanto parte qualche libera esternazione. Mercoledì si è trattato di un’involuzione calcolata. Ho sentito dire che pareggiare o perdere era lo stesso. Non è vero: adesso lo Sporting può solo vincere e la Juve non è costretta a farlo. Il punto è stato fondamentale per morale e classifica, anche se il Barcellona ha dominato a lungo".
Cinque gol fatti nel girone e qualche sintomo di insicurezza, sulla possibile fine di un ciclo, Del Piero, risponde cosi: "L’inconscia sensazione di appagamento è il primo incubo per allenatore e giocatori dopo tanti successi. Cattiveria e agonismo vengono a galla più facilmente quando perdi. Ma vedo sempre grande impegno. Questa Juve è costruita per fare un gol in più dell’avversario, non per prenderne uno in meno. Forse serve solo del tempo per digerire il cambiamento. Non è la prima volta che in autunno la Juve zoppica. Ma bisogna essere in forma in primavera. Quindi mi aspetto ancora la Juve protagonista in Italia e in Europa". La prossima sarà una settimana importante per la Juve con Napoli, Olympiakos ed Inter: "La Juve ha bisogno di dare uno strattone. Servono quelle due o tre partite che ti danno la sensazione di essere tornati. Allegri sta aspettando questo momento".
Dal numero 10 storico all'attuale numero 10 della Juventus, Paulo Dybala: "Contro il Barcellona Paulo ha giocato molto bene, è stato l’unico a fare qualcosa in più. Ha tenuto palla, preso falli, sfiorato la rete nel finale. Lo frega il macello di gol che ha segnato a inizio stagione. Dybala sta alzando ulteriormente l’asticella. Troverà l’equilibrio per tornare su quei livelli". Poi parole al miele per l'amico Buffon: "Tanta tristezza. Gigi ha mostrato per l’ennesima volta la sua grandezza. Quando parla dei sogni dei bambini centra uno degli aspetti più significativi. Io ricordo bene il Mondiale dell’82, avevo otto anni. Non abbiamo ancora metabolizzato l’eliminazione, che però è la fotografia del nostro calcio". Infine anche una riflessione sulle conseguenze di Calciopoli: "Quella è stata una bomba atomica per il calcio, non solo per la Juve. Da quel momento i campioni sono andati a giocare all'estero e le altre nazionali sono cresciute esponenzialmente così come i vari campionati a partire dalla Premier grazie a un’oculata gestione dei diritti tv", chiude cosi Del Piero.