Lunga intervista di Giorgio Chiellini in esclusiva a Uefa.com. Il forte centrale bianconero si è raccontato, parlando dei suoi esordi come calciatore e delle sue abilità da difensore: "E' un po' strano il come ho cominciato a giocare a calcio, - ha detto - perché all'asilo il mio migliore amico giocava a basket. Essendo molto amico di questo ragazzo volevo giocare a basket con lui per stare con lui, solo che la scuola di basket non prendeva i bambini dai 5 anni, ma iniziava l'anno dopo. Invece a calcio, essendo sia io che mio fratello gemello già abbastanza grandicelli, ci hanno preso, siamo andati insieme a giocare a calcio e lì è iniziato questo grande amore e questa grande storia che mi ha portato fino a qua".

Ad un certo punto, la scelta di essere difensore, abbastanza fortunata vista la carriera del classe '84: "Diciamo che difensore lo sono diventato, perché da bambino giocavo centrocampista, fino ai 12 anni 13 anni. Poi ho cominciato a fare tutta la fascia fino ai 20 e dai 20 in avanti ho iniziato a giocare stabilmente come difensore centrale". Cosa ci vuole per essere un buon centrale, inoltre, ce lo spiega proprio Chiellini: "Sicuramente serve tanta attenzione e concentrazione, che sono due caratteristiche fondamentali. Devi provar piacere ad anticipare il pensiero dell'attaccante, quindi a fermare l'attaccante, non solo a segnare, fare gol, produrre, ma tra virgolette, a distruggere il gioco dell'avversario e ad impedire all'attaccante di segnare. E poi devi essere tra virgolette un pessimista, nel senso che quando hai la palla devi pensare sempre negativamente se te, la tua squadra o un tuo compagno la può perdere da un momento all'altro, se l'avversario può saltare il tuo compagno e creare una situazione pericolosa". 

A proposito dei suoi punti di forza, il pisano si analizza con lucidità e senza fronzoli, in linea con il suo stile di gioco: "Personalmente cerco di sfruttare quelle che sono le mie qualità e limitare quelle che sono le mie carenze, quindi il contatto fisico con l'attaccante è una cosa che cerco maggiormente perché esalta quelle che poi sono le mie qualità. Con giocatori più rapidi cerco di partire un secondo prima e di non giocare a campo aperto, perché partendo nello stesso momento trovi degli attaccanti talmente veloci che poi ti mettono in difficoltà e credo che la conoscenza anche dell'avversario sia una cosa sempre più importante nel calcio moderno" conclude.