La dodicesima giornata del campionato di Serie A ci ha restituito delle risposte importanti sul futuro delle principali candidate alla vittoria del campionato, che finalmente hanno mostrato un loro volto più debole. Hanno frenato Inter e Napoli, ha deluso a livello prestazionale la Juventus, che però è riuscita comunque ad ottenere la vittoria ai danni del Benevento, "soltanto" per 2-1, in rimonta, soffrendo sia per rimontare l'iniziale svantaggio sia per mantenere il risultato nel finale. Tre punti certamente pesanti, che portano i bianconeri a soltanto una lunghezza dalla vetta, ma senza restituire quella sensazione di superiorità schiacciante a cui, a tratti, la Vecchia Signora ci ha abituato nel corso delle ultime sei stagioni.
Ai ragazzi di Max Allegri sono serviti 14 tiri, comprensivi di due legni colpiti, per realizzare il gol del parziale pareggio nella partita di ieri. Una mancanza di lucidità strana, per la squadra genericamente nota per il proprio cinismo: in generale, l'aspetto più evidente su cui lavorare nel match di ieri è stato evidentemente questo. La supremazia dei torinesi nei confronti del modesto avversario è stata chiara sin dall'inizio, accentuata dai guizzi di Douglas Costa in avvio ma messa in discussione troppo facilmente dalla perla di Ciciretti. A quel punto gli attacchi dei padroni di casa sono diventati frenetici e questo ha portato a qualche errore tecnico di troppo in ogni fase della manovra ed in particolare nella rifinitura, dove Higuain ha incontrato diversi problemi a causa di un'evidente mancanza di spazio e Dybala ha offerto una prova nettamente inferiore alle sue potenzialità, con tanti errori tecnici e di scelta.
Anche la costruzione di palle gol è apparsa troppo difficoltosa contro il blocco posizionale sicuramente ben organizzato degli Stregoni ma che, a causa di un valore individuale dei difensori abbastanza inferiore, concedeva comunque parecchio. Le giocate del frizzantissimo Cuadrado, probabilmente il migliore in campo nonché match-winner di giornata, non sono riuscite a compensare sullo stesso lato la timidezza di De Sciglio nel primo tempo. L'ex Milan è poi stato decisivo nella costruzione del pareggio appena si è un po' esposto offensivamente; dall'altro lato, Alex Sandro è stato un po' più incisivo rispetto alle ultime uscite, tanto da collezionare anche un assist, ma è apparso ancora lontano dalla combinazione di forza e tecnica che abitualmente riconosciamo. Passare per vie centrali è stato infine difficile per Marchisio, che si è proposto poco e male, facendo sentire la mancanza di Pjanic in quel ruolo: anche il Principino non è sembrato al top.
Con tutte queste difficoltà, in particolare all'interno di un duello tutt'altro che atteso e posto alla fine di un tour de force di un mese con una partita ogni tre giorni, è emersa però l'enorme forza mentale di Madama. Nella più classica delle partite in cui "sembrava che la palla non riuscisse ad entrare", citando le parole di Allegri nel dopo-gara, i campioni d'Italia sono comunque riusciti a non perdere la testa e hanno continuato ad attendere il momento giusto, rinunciando anche all'estetica per lunghi tratti, ma badando alla sostanza, ai concetti più minimalisti possibile: movimenti giusti, distanze giuste, tempistiche giuste. Questa freddezza - in una giornata dalle insidie nascoste e in cui hanno sbagliato l'approccio alla gara tutte le squadre impegnate con le competizioni europee, evidentemente a corto di energie fisiche e soprattutto mentali - è un segnale forte su quello che potrebbe fare la differenza nella corsa al titolo, ed intanto ha già permesso di accorciare sulla vetta in vista degli scontri diretti del prossimo mese. Allora servirà di più, per avere la meglio sulle maggiori forze del torneo: per ora, lo spettacolo può attendere.