Tre prodezze e una serata di puro dominio. E' questo lo scherzetto in tema Halloween che la Roma regala al Chelsea di Antonio Conte, spaesato nella serata dell'Olimpico, calda e piena di passione. Una serata davvero incredibile, dal primo minuto di gioco fino al triplice fischio di Eriksson. Il momento più importante del match, però, va rintracciato nel pre gara, nel modo in cui i giallorossi hanno affrontato i giorni di preparazione alla partita, dall'ultima rifinitura fino alle sessioni in sala video, dalla più banale dichiarazione di mister Di Francesco fino ai momenti di riscaldamento in campo.

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Tutto l'insieme Roma ha costruito una vittoria paurosa per intensità e merito, forgiata da tatticismi non esasperati, solo ordinati, attenti, organizzati. La realtà è che la Roma è solida, è forte, spinge su esterni clamorosi, Kolarov e Florenzi, El Shaarawy e Perotti, che si appoggiano costantemente verso il centro del campo: Nainggolan e Strootman sono puliti nella gestione del pallone (quasi il 90% del palleggio giallorosso va a buon fine), De Rossi sa capire prima le intenzioni avversarie quando la palla supera la mediana, tornando in fondo al suo vecchio ruolo di stopper, pur lasciando le incombenze maggiori al preciso Fazio o al comunque attento Jesus. 

Davanti, la capacità di Di Francesco, è principalmente sfruttare i pochi (per ora) uomini a disposizione con dovizia: El Shaarawy è stato letteralmente rilanciato, dopo la sua prima ottima metà stagione romanista due anni fa e dopo un ciclo spallettiano più in ombra; Perotti sente il peso da futuro 10, con tutto il rispetto per il sacro accostamento; Dzeko anche quando non segna è comunque un pericolo costante per la difesa, che si sposta tutta su di lui lasciando spazio ad altre sortite (si è visto in ampie parti di gara ieri sera).

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Questo il discorso di campo, nello specifico ieri governato da un impressionante dialogo tra reparti, senza che il peso della velocità del Chelsea si sia sentito. Quasi dimenticavamo l'ennesimo clean sheet di Alisson, autore ieri sostanzialmente di due parate importanti, e poi controllore delle operazioni. La Roma ha in cascina solo 9 gol subiti, presi comunque in sole 5 gare, due di Champions e tre di campionato (due di questi gol per giunta inutili ai fini del risultato). E oltre ai dati di gioco, c'è il contorno, che sembra andare verso un inaspettato nirvana: dalla situazione nel girone (la Roma governa con 8 punti, segue il Chelsea a 7 e solo terzo l'Atletico con 3) al rapporto piazza-giocatori, idilliaco e pieno di entusiasmo. E come potrebbe essere altrimenti, viste serate così. Ora, l'alleato maggiore sarà l'equilibrio, il vero banco di prova romanista.