Contro il Sassuolo la partita decisiva, per fortuna sua e dell'Udinese vinta. Delneri ora può parlare con più serenità ai microfoni della stampa e alla Gazzetta dello Sport si dilunga a spiegare il momento particolare che stanno vivendo i bianconeri.

Nessun ultimatum di punti dalla società: «No, abbiamo parlato, come facciamo sempre. Ma nessuno mi ha dato ultimatum».

Esattamente come non ci sono state richieste di cambio di modulo:  «Negativo anche questo. A parte che non avrei gli uomini perfarlo (Angella e Nuytink sono infortunati, ndr), secondo voia 67 anni mi farei dare la formazioneda qualcuno? Sono l’allenatore e decido io».

In passato il mister ha dichiarato che ci sono troppe pressioni su una squadra appena nata: «E lo confermo. Ci sono molti giocatori nuovi, come Barak, Lasagna, Behrami».

Forse troppi gli stranieri: «Ormai è una caratteristica di molte squadre. Certo, anche giocatori che arrivano da culture diverse hanno bisogno ditempo per ambientarsi».

De Paul in panchina col Sassuolo, ma doveva rifiatare: «Niente di strano: non può giocare 50 partite».

L'Udinese ha mandato in gol ben 12 giocatori diversi, ma non è un caso: «No, un’ idea di gioco. Tutti hanno il compito di proporsi, soprattutto le mezz’ali. Andate a vedere quanti gol hanno fatto l’anno scorso Fofana e Jankto».

Sulla punta da dieci gol: «Serve, eccome. E spero che sia Maxi Lopez, un centravantiche aiuta la squadra».

Thereau era il capocannoniere ed è stato ceduto, ma non ci sono rimpianti: «No, ha fatto una scelta, cercava nuove motivazioni. E’ un attaccante particolare, un accentratore: senza di lui, abbiamo cambiato modo di giocare».

Barak è il nuovo acquisto che si sta notando di più: «E’ un centrocampista di qualità, che sa adattarsi: nella nazionale ceca fa il trequartista. Ma non dimentico Behrami, che si è rimesso in discussione».

A Reggio Emilia su uno striscione c’era una domanda dei tifosi alla società: «Io so dove sono i Pozzo: vicini alla squadra. Come dopo la vittoria sul Sassuolo».

La difesa sembra essere più solida, il mister spiega cosa sia cambiato: «Dettagli. Per esempio sugli angoli metà dei difensori marcavano a uomo. Difendere a zona non è un azzardo, dipende dalla situazioni. Ma dopo la Juve, la squadra aveva bisogno di sicurezza e più attenzione».

Il 2-6 sembra acqua passata: «Ma guardate che non è stata la partita peggiore, per 50 minuti abbiamo tenuto, Buffon ha fatto miracoli, sul 2-2 sono arrivati due gol da calci piazzati. Abbiamo sbagliato le prime due, con Chievo e Spal. Le altre no. E possiamo migliorare».

Domenica l'Atalanta, sua ex squadra: «Squadra fortissima, che gioca un calcio singolare».

Lotta salvezza molto serrata: «Sarà un campionato di sofferenza,la forbice tra le prime e le altre si è allargata. Vi risulta che una piccola abbia battuto una grande?».