Lunedì ha ritirato – commuovendosi - il premio FIFA come miglior portiere del 2017, grazie alla scorsa strepitosa stagione con la maglia della Juventus. La penultima forse, secondo quanto rivelato da lui stesso più volte, anche se potrebbe esserci una sorpresa. Gianluigi Buffon si racconta in una intervista concessa al sito ufficiale della FIFA, partendo ovviamente dalle sensazioni provate per questo riconoscimento: “È qualcosa di straordinario. Un portiere può determinare una vittoria o una sconfitta, abbiamo la grossa responsabilità di ricoprire una posizione fondamentale sul campo. La prestazione del portiere influenza pesantemente il risultato finale”. Un ruolo, quello del portiere, al quale era destinato fin da bambino: “Per mia natura ho sempre cercato sfide difficili o addirittura quelle quasi impossibili. Giocare come portiere è una conseguenza del mio carattere e della mia attitudine”.

Buffon ha vinto quasi tutto a livello di squadra, oltre a diversi premi individuali che hanno certificato i suoi meriti nei risultati raggiunti sul campo: “Quando ti avvicini alla fine della tua carriera, è naturale pensare a ciò che hai ottenuto e realizzi che tipo di giocatore sei. Sono orgoglioso dei miei 20 anni con la Nazionale e spero di continuare con la 21esima. Credo sia fondamentale giocare in una delle nazionali migliori per 21 anni, aiuta a mantenere un livello altissimo di concentrazione”. Ripercorrendo la carriera di Buffon a ritroso, ci si accorge di come sia parte integrante della storia del calcio: “Non guardo mai il passato. So cosa ho fatto e lo rispetto, ma vivo il presente e possibilmente il futuro. Se penso troppo al passato mi intristisco, perché ricordo emozioni che non potrò più rivivere”.

Capitolo Nazionale. L’Italia dovrà affrontare la Svezia nei playoff per potersi guadagnare l’accesso al Mondiale di Russia 2018: “In questo momento la qualificazione alla Coppa del Mondo è la priorità. Abbiamo l’obbligo di ottenere il pass, per la tradizione e la storia del nostro calcio. La Svezia è un avversario difficile, giocano un ottimo calcio e non ci regaleranno nulla. Dovremo soffrire e dare il nostro meglio, ho molto rispetto per loro”.

Per concludere, il discorso torna sul portiere, che molti considerano il migliore della storia: “L’idea mi piace” dice Buffon, “ma non sono uno di quelli che si autocelebra. Ognuno può scegliere il suo migliore: per qualcuno sono io, per altri no. La mia carriera ed i miei numeri raccontano molto, ma a questi livelli contano solo i fatti, non le parole”.