Il pareggio contro l'Atalanta, subito prima della sosta, ha lasciato un po' l'amaro in bocca alla Juventus, che però rimane consapevole delle proprie possibilità e, realisticamente, ancora una volta la squadra favorita per la vittoria finale del campionato. Aldilà dell'ovvia retorica sugli errori commessi dai bianconeri, infatti, bisogna denotare che i campioni d'Italia si sono sì fermati, ma su uno dei campi più difficili d'Italia, in una gara in qualche maniera comunque condizionata dagli episodi, e soprattutto con una schiera impressionante di assenti. Dai neo-arrivati Howedes e De Sciglio in difesa, passando per i titolari Khedira e Pjanic a centrocampo, concludendo col lungodegente Pjaca in attacco. Giocatori che, in maniera differente, sono in grado di dare il loro contributo: queste mancanze, inevitabilmente, hanno influito sul risultato negativo. Certo questo non è da prendere come un alibi. Sia chiaro: la Vecchia Signora non vince da anni perchè non ha mai avuto situazioni complesse in infermeria. Ridurre le cause della strana prestazione degli ospiti all'Atleti Azzurri d'Italia sarebbe sbagliato.
Però, in tanti casi, la tendenza è quella di arrivare a dare troppo facilmente per scontate alcune cose. Vale a dire: tutti si aspettano che i torinesi vincano, indipendentemente da tutti i fattori esterni al campo, tutti sono sorpresi quando questo non avviene. Ma rimanere perfettamente concentrati per (almeno) 50 partite a stagione non è possibile: è per questo che, in sede di mercato, la dirigenza con sede in corso Galileo Ferraris ha lavorato per garantire a Max Allegri il maggior numero di giocatori di qualità possibile, lavorando in particolare sulla panchina - e non solo nella sessione di trasferimenti più recente.
Basti pensare a Rodrigo Bentancur, giocatore "prenotato" dal Boca Juniors già due anni fa, al momento dell'addio di Tevez. L'uruguaiano, a causa delle assenze dei sopracitati titolari di cui sopra nello stesso reparto, si è trovato buttato dentro fra i titolari di Madama a soli 20 anni ed ha impressionato proprio nei valori che da un giovane ci si aspetterebbe fossero quelli su cui lavorare: personalità da vendere, semplicità nelle giocate, idee chiare. E pensare che in estate c'era chi, per lui, pronosticava un futuro in prestito: non c'è però mai stata una vera esitazione del club piemontese a riguardo, specie nel momento in cui fin dalle prime volte insieme ai nuovi compagni il giocatore ha iniziato a convincere.
Si fa fatica anche ad affibbiare l'etichetta di "riserva" ad un giocatore come Medhi Benatia, ma nonostante anche l'addio di Bonucci per lui non si prospettava una stagione così brillante. Eppure, il marocchino ha trovato spazio spesso - soprattutto in Champions League - ed ha messo d'accordo tutti sul suo valore, finalmente, dopo qualche incertezza di troppo. Discorso simile per Federico Bernardeschi, anche lui predestinato ad un percorso di crescita ma poi, appena buttato nella mischia - proprio nella non semplice partita di Bergamo -, autore di un'ottima prestazione in entrambe le fasi. E, andando a ritroso nelle scorse stagioni, si potrebbero fare molti altri esempi.
Insomma, nonostante le difficoltà ci siano, sembra che al momento la forza più grande della Juventus sia proprio quella di riuscire a nasconderle, di mostrarsi sempre e comunque sicura di sè nonostante problemi che potrebbero affliggere qualsiasi squadra sul palcoscenico europeo - basti pensare a quanto ha sofferto il Real Madrid per la recente squalifica di Cristiano Ronaldo. Nelle seconde linee, adesso che dopo la sosta torneranno a disposizione anche tanti degli assenti menzionati all'inizio, Allegri troverà un'arma non da poco, in particolare quando i punti inizieranno a pesare parecchio e specie in relazione a quelli che possono essere i problemi di tutte le altre avversarie in Serie A e non, di cui poche possono vantare una profondità di scelte così ampia. E questo va tutto ricondotto al solito brillante lavoro della dirigenza juventina in estate, collegato alla mediazione del tecnico livornese, che riesce a mantenere lo spogliatoio solido nel segno della proverbiale halma. Queste componenti rappresentano il principale motivo per cui i bianconeri possono sorridere. Per adesso, però, c'è soltanto da tornare a vincere subito contro la Lazio. E questo, a Torino, lo sanno benissimo.