Sono stati gli acquisti più cari del mercato estivo della Juventus; stesso ruolo, entrambi mancini, ma con caratteristiche profondamente diverse per adattarsi ad ogni tipo di match, anche in corsa, come piace a Massimiliano Allegri. Arrivati per aumentare la profondità della rosa, finora non hanno avuto grandissime chance di mettersi in mostra, ma il tecnico livornese è solito dosare i nuovi nelle prime uscite, finché non si adattano agli schemi della squadra. Uno è Federico Bernardeschi, l’altro è Douglas Costa.

I percorsi dei due sono paragonabili in questo avvio di avventura in bianconero. L’italiano è sceso in campo da titolare solo una volta, nell’ultimo match prima della sosta contro l’Atalanta, in cui ha anche messo a segno la prima rete juventina ed ha fornito l’assist ad Higuaìn per il momentaneo 0-2 a Bergamo; a parte la sfida dell’Atleti Azzurri d’Italia però, il talento di Carrara non è mai stato impiegato più di mezz’ora, né in Serie A, né in Champions League e nemmeno nella sua prima apparizione ufficiale, in Supercoppa Italiana contro la Lazio. Il brasiliano invece ha collezionato 4 presenze da titolare, comprese le due in Champions League contro Barcellona ed Olympiakos; non è ancora riuscito a trovare la via della rete – ci è andato vicinissimo nel derby contro il Torino, ma è stato neutralizzato da un super Sirigu – e per la verità non si è reso protagonista di prestazioni di altissimo livello, anche se, quando è subentrato a gara in corso, ha dato l’idea di possedere quel cambio di passo in grado di spaccare le partite complicate.

Il goal di Bernardeschi contro l'Atalanta | www.twitter.com (@JuventusFC)
Il goal di Bernardeschi contro l'Atalanta | www.twitter.com (@JuventusFC)

Dal punto di vista tecnico, i due possono essere considerati entrambi delle ali, ma l’interpretazione del ruolo è differente. Bernardeschi, come già dimostrato alla Fiorentina - ed è stato evidente anche nelle prime presenze con la Juve - preferisce partire da destra per accentrarsi e finalizzare l’azione o cercare l’ultimo passaggio al riferimento offensivo; l’accelerazione ed il movimento costante non sono nelle sue corde e si trova a suo agio in situazioni di gioco più statiche, anche grazie alla sua tecnica di base. Douglas Costa invece fa della rapidità la sua qualità principale: veloce nello scatto e nel movimento di gambe quando punta l’uomo, è portato più ad allargarsi – se gioca a sinistra – per crossare oppure rientrare sul suo piede preferito se posizionato a destra, ma sempre con la finalità di cercare un compagno nel mezzo; nella sua carriera ha anche realizzato splendidi goal dalla distanza, però è difficile vederlo accentrarsi per concludere a rete.

Per questo i due sono compatibili: possono svolgere il ruolo di esterni sia in un tridente di trequartisti nel 4-2-3-1, sia in un trio d’attacco nel 4-3-3. Nel primo caso Bernardeschi agirebbe sulla destra, con Douglas Costa a sinistra e Dybala nel mezzo dietro a Higuaìn o Mandzukic, nel secondo invece manterrebbero le loro fasce di competenza, ai lati della punta centrale - quest’ultima ipotesi potrebbe verificarsi quando c’è la necessità di far rifiatare la Joya ed uno fra il Pipita ed il croato. Allegri, a differenza di quel che accadeva l’anno scorso, si ritrova con tantissime soluzioni alternative per quanto riguarda le disposizioni offensive, perché non bisogna dimenticarsi di Juan Cuadrado e di Marko Pjaca, ormai pronto a rientrare e la Juventus è quindi pronta a fare quel salto di qualità importante in ottica Europa, visto che la poca concretezza è stata il tallone d’Achille degli ultimi anni – nonostante il raggiungimento della finale in due delle ultime tre edizioni della Champions League.