Il calcio e la musica sono due facce della stessa medaglia nella vita di Lucas Castro che domenica, contro la Fiorentina, ha messo a segno le prime due reti di questo suo campionato regalando al Chievo una vittoria. Una prestazione maiuscola con la benedizione, nel pre-partita, di un certo Maradona a cui Castro ha dedicato una della sue tante canzoni composte con la chitarra. La risposta di Diego ha lasciato un segno nel centrocampista del Chievo che racconta così le sue emozioni: "Mi sono commosso, mi è venuta la pelle d’oca. Maradona resta un mito per un argentino, è di un altro pianeta. Io? Vengo dalla terra, sono un giocatore normale".

Normale come calciatore ma particolarmente originale come musicista, come la volta che ha cantato davanti all’Arena, da artista di strada, oppure quando ha suonato una serenata a Messi, girando per la città con la sua maglia. Una passione, quella per la musica, che nasce da lontano e sul prossimo protagonista di una delle sue canzoni Castro ha già un'idea: "La passione per la musica? Sempre avuta, qualcosa che c’è nel sangue. Appena posso, prendo la chitarra. E magari esco a suonare. Una canzone per il presidente Campedelli potrebbe essere una buona idea, è una brava persona, ha costruito una società seria e organizzata che ogni anno migliora". Castro canta spesso con Zuculini, suo connazionale che però gioca con l'Hellas: "L’ho conosciuto qui dopo aver giocato col fratello Bruno al Racing club. Abbiamo scoperto di amare la musica: lui suona il piano, io la chitarra".

Se da una parte il Chievo ride, il Verona non se la passa tanto bene. Quest'anno le due squadre si affronteranno anche in Coppa Italia: "Saranno belle sfide, mancano alla città. E chi ha detto che siamo più forti? Due anni fa abbiamo pareggiato e poi perso". Castro, poi, entra nell'aspetto tattico: "Preferisco fare la mezzala, partire da dietro, arrivare di corsa. Mi adatto: a Catania facevo l’esterno alto nel 4­-3­-3. Le mie due stagioni migliori al Catania e qui l'anno scorso, ho fatto sei gol". Quest'estate sembrava sul punto di partire, adesso vuole portare il Chievo in alto con la guida sapiente di Maran: "C'è stato un interesse del Torino in estate ma nulla di concreto, ho sempre grandi ambizioni ma al Chievo sto benissimo. Maran l’ho avuto due anni a Catania, mi ha dato fiducia facendomi capire il calcio italiano".

Dici Catania e leggi Argentina: "Papu, Barrientos, Izco, Bergessio: un gruppo straordinario. Al Chievo sono rimasto solo, dopo la partenza di Bizzarri, Spolli, Izco. Peccato...", chiude cosi il Pata Castro pensando alla prossima canzone da dedicare e alla prossima rete da realizzare.