Gare impalpabili, gare in cui non lasciava il segno. E le critiche, i mugugni di una parte di tifoseria che si aspetta un gol sempre e comunque da Higuain, forse anche a torto. Fino ad ora i suoi gol erano stati solo due in un campionato caratterizzato più da ombre che da luci, soprattutto a causa di prestazioni non pienamente sufficienti, anche a prescindere da quei due gol, utili solo ad arrotondare un risultato già netto. Poco, troppo poco, per un giocatore che detiene il record di gol segnati in un unico campionato. La maglia della Juventus pesa, da sempre, e bastano poche prestazioni insufficienti per far storcere il naso. Un equilibrio che di fatto non è mai esistito tra una gran parte di tifosi bianconeri.

L'evidente scarsa forma fisica ha portato Allegri a mettere Higuain in panchina per due gare consecutive, cosa che raramente è accaduta se non in occasioni di evidente turn over. Prima il derby, dove vi è rimasto seduto per novanta minuti, poi la Champions, la competizione per eccellenza, dove vi è rimasto per circa un'ora. La Juventus doveva vincere, un imperativo categorico, per dare una svolta rispetto alla gara contro il Barcellona. Uno zero a zero che non rendeva giustizia alla Juventus, un pareggio da sbloccare. Ed ecco che il Pipita scende in campo, sostituendo Cuadrado. Gli bastano dieci minuti per scrollarsi di dosso tutte quelle critiche, quelle ansie da prestazione, che fino a lì lo avevano tormentato. Una verticalizzazione che lancia Alex Sandro in area e che gli permette di mettere una palla d'oro al centro dell'area: prima il sinistro di Higuain, ribattuto in area piccola da due difensori, poi il destro fulmineo che beffa un Proto fino a lì tanto bravo quanto fortunato. È uno a zero. È tornato il Pipita. 

Higuain lotta, corre, si sacrifica e per quella mezz'ora di gara rimasta sembra essere tornato quello di un tempo e non quello immobile in attacco. Passano altri dieci minuti e il Pipita, da vera boa, riceve un passaggio al centro della lunetta dell'area di rigore. Allarga per Dybala che scavetta, superando Proto. Una carambola permette a Mandzukic di chiudere definitivamente i conti: due a zero, Higuain cambia la partita. Abbiamo aspettato Godot, è arrivato Higuain. Bentornato Pipita.