Contro la Roma l'Udinese ha messo in scena il solito copione. Nonostante le solite dichiarazioni di mister Delneri su quanto sia importante la crescita del gruppo e su quanto ci sia bisogno di attenzione e concentrazione, i friulani hanno buttato via la partita già dopo aver giocato una decina di minuti. Come sempre, inizio anche discreto, con tutti i giocatori con gli occhi aperti e pronti ad avanzare per provare ad attaccare. Infatti il primo tiro pericoloso porta la firma di Kuba Jankto. Esattamente però come con il Milan e il Torino, finisce tutto in nemmeno venti minuti. Giusto il tempo di una progressione di Nainggolan che da terra riesce a servire Dzeko, sorprendendo tutte le zebrette (quasi come se un giocatore da terra non possa comunque toccare il pallone) e permettendo al bosniaco di segnare un gol facile facile da dentro l'area. Poi il resto è pura accaddemia. Il centrocampo della Roma annulla quello dell'Udinese e potrebbe segnare ben più di tre gol, ma Bizzarri e Nuytinck riescono spesso a metterci una pezza. La palla per pareggiare ci sarebbe anche. Manolas sviene letteralmente in area e lascia la palla a Maxi Lopez ad un metro dalla porta, ma la "gallina" è sorpresa quanto il pubblico dell'improvviso errore del greco e non riesce a calciare con abbastanza forza. Primo tempo quindi dominato in lungo e in largo dai giallorossi, senza che i bianconeri reagiscono in alcun modo.
Nell'intervallo Delneri decide che, visto lo scarto ormai incolmabile, si può anche sperimentare. Ecco quindi che si rivede il 3-5-1-1 e la squadra sembra trovarsi un po' meglio. Difficile giudicare, visto che la Roma fa quasi accademia, però con il nuovo schema l'Udinese sembra più ordinata. Pezzella esterno sinistro si fa vedere in un paio di occasioni con dei cross pericolosi, la difesa soffre un po' meno e il neoentrato Bajic conferma di essere molto sfortunato, visto che anche stavolta azzecca perfettamente il movimento in area, ma il suo tiro al volo viene respinto da un fantastico riflesso di Alisson. Quelli che continuano a deludere sono De Paul e Fofana, a cui si aggiunge Barak. Per il ceco vale la giustificazione della quarta partita in nemmeno due settimane, dopo un infortunio di due mesi e anche per il francese c'è da calcolare la vecchia frattura del perone, per cui deve ancora recuperare una forza muscolare tale che gli permetta di avere quella esplosività che lo aveva contraddistinto l'anno scorso. Non ci sono scuse invece per l'ex Valencia, senza idee, senza il coraggio di tentare l'uno contro uno e soprattutto ancora incapace di usare il piede debole. Anche Delneri a un certo punto si stufa e mette il sopracitato Bajic, affidandosi alla doppia punta per provare quantomeno a segnare il gol della bandiera, che viene realizzato allo scadere da Larsen (che però aveva regalato la terza rete con un liscio in area clamoroso).
Insomma, un'Udinese pesantemente fuori forma, demotivata nei suoi elementi che in teoria dovrebbero trascinare gli altri, con una difesa pesantemente disattenta e che reagisce solo quando si rivoluziona completamente lo stile di gioco. Non possono sempre essere gli sbagli altrui o i colpi di fortuna a far segnare la squadra (Lasagna ha fatto due gol fortuiti e la rete di De Paul col Toro è arrivata su rigore). Delneri non è ancora riuscito a dare una parvenza di gioco ai suoi calciatori, che sembrano non seguirlo in quello che dice. Ecco perchè si parla di possibile cambio in panchina, ma sarebbe l'ennesimo ammutinamento di una rosa che sembra sentirsi onnipotente, visto che sarebbe il quinto allenatore "cacciato" dai giocatori stessi. Colantuono partì benissimo e poi andò in picchiata in seguito ad alcuni malumori interni, stessa cosa Stramaccioni. De Canio disse che la sfida interna col Torino era la partita della vita perchè poteva garantire la salvezza e finì con un 1-5 in favore dei granata. Tutto questo perchè qua ad Udine non c'è nessuno in dirigenza che dia una mano all'allenatore di turno a dare una scossa alla squadra. Non c'è più un Giampaolo Pozzo che scende in spogliatoio a tuonare, c'è un Gino Pozzo che appena può va a Londra a godersi il Watford che lotta per andare in Europa.