Ieri è arrivata la sentenza di primo grado che ha condannato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ad un anno di inibizione dal suo ruolo. Ciò vuol dire che Agnelli non potrà rappresentare il club bianconero negli eventi ufficiali della FIGC, è stata negata l'allargamento a eventi UEFA e FIFA, lasciando quindi il compito a Pavel Nedved e allo stesso tempo non potrà accedere agli spogliatoi né prima, né durante, né dopo le partite. 

Nonostante la condanna, però, la società con sede alla Continassa si è detta soddisfatta della sentenza. Questo perché le motivazioni del giudice smentiscono ogni qualsivoglia tipo di legame con la criminalità organizzata, come invece sosteneva il procuratore federale Pecoraro. La sentenza ha dimezzato i termini della condanna rispetto a quanto aveva chiesto il procuratore, due anni e mezzo più 50mila euro di ammenda, ma nonostante questo la Juventus sta preparando il ricorso in appello. Infatti, proprio l'esclusione della consapevolezza del ruolo di Dominello nella criminalità organizzata è il clou della sentenze per il club bianconero che ha quindi annunciato il suo ricorso in appello per ottenere un'assoluzione piena. 

"Juventus Football Club, preso atto dell’odierna decisione del Tribunale Federale Nazionale, preannuncia ricorso presso la Corte Federale di Appello nella piena convinzione delle proprie buone ragioni, che non hanno ancora trovato adeguato riconoscimento", con queste parole, presenti nella nota ufficiale rilasciata sul proprio sito internet, il club bianconero ha annunciato il suo ricorso in appello, alla ricerca della più piena delle assoluzioni. Il ricorso va presentato entro sette giorni dall'emissione della sentenza, quindi entro lunedì 2 Ottobre, ed entro un mese al massimo si terrà il processo d'appello. Anche Pecoraro ha dichiarato di voler ricorrere in appello, quindi certamente ci sarà il secondo grado di giudizio e allo stesso modo è quasi certo anche il terzo grado, che metterà definitivamente la parola fine a questa questione.