Era sicuramente l'uomo più atteso all'interno del match di cartello del primo Martedì di Champions League: Paulo Dybala, chiamato alla conferma cinque mesi dopo la doppia sfida nei quarti dello scorso anno, davanti a un Messi che voleva la rivincita dopo la disfatta dello Stadium e l'ingabbiamento del Camp Nou. La "joya" si presenta a Barcellona con un 10 in più sulle spalle, più sicurezza e anche più responsabilità, costretto a caricarsi sulle spalle una Juventus rimaneggiata causa infortuni e in formazione nuova.

Stavolta qualcosa va storto, forse per la prima volta in questa stagione. L'argentino è costretto ad inchinarsi al cospetto di una squadra oltre che forte tremendamente cinica nei momenti chiave, in una partita strana e sicuramente fuori dalla norma rispetto a ciò a cui ci aveva abituati: pochi palloni, a volte assente dal gioco (era successo già con la Lazio), poco cinismo. Nel primo tempo si sbatte alla ricerca di varchi e palloni che però non si vedono, manca il guizzo del campione e la concretezza del top-player. Impegna Ter Stegen nella ripresa, ma è un lampo. Dybala cerca poco l'uno contro uno, saltare l'avversario quasi lo intimorisce, la profondità che di solito cerca insistentemente nel corso dei 90 minuti ieri non si trova.

Paulo Dybala protesta | ANSA
Paulo Dybala protesta | ANSA

Certamente il resto della squadra non lo ha aiutato: l'infortunio di De Sciglio ha tolto tanta spinta a destra, mentre a sinistra Alex Sandro e Douglas Costa non sono mai sembrati in palla, con davanti un Higuain che sembra ancora una volta l'ombra di se stesso. Ovvio che quando il resto non gira è difficile anche per uno come Dybala trovare una soluzione rapida ed efficiente, ma forse all'argentino è mancato ancora un po' di carattere. Il Camp Nou pieno in una serata di Champions fa paura a tutti, e forse a Paulo ieri un po' di batticuore è venuto. Volendo guardare le statistiche la prestazione in realtà non sarebbe neanche da buttare, ma è mancata la fiammata spietata di chi sa di poter decidere una partita così.

Tutto questo ovviamente premesso che si tratta di una - singola - partita, cosa che dovrebbe apparire scontata, soprattutto se si tiene alla mente quello che è successo solo pochi mesi fa, ma che non ha potuto prevenire l'inevitabile raffica di critiche nei confronti del miglior giocatore (e marcatore) bianconero di questo inizio di stagione. Critiche anche giuste ma - sempre meglio ripetere - è sempre e solo una partita.