Poteva essere una giornata storica per la Spal, vincere in casa dell'Inter sarebbe stato un risultato fantastico per la compagine di mister Semplici ed avrebbe comportato un innalzamento della fiducia nei propri mezzi. Ma così non è stato. Gli spallini escono da San Siro sconfitti, ma non ridimensionati. Davanti a gente del calibro di Icardi, Perisic, Candreva e Borja Valero, la Spal ha giocato a viso aperto, espresso il suo gioco, rischiando tanto, ma allo stesso tempo mettendo in mostra quella forte personalità che ad una matricola serve per cercare di conquistare, a fine campionato, la salvezza. Non è in queste partite che la Spal deve fare punti, mettere fieno in cascina, ma al cospetto di una squadra forte, costruita per vincere lo Scudetto, quale l'Inter, Borriello e compagni hanno dimostrato di avere fame, voglia e carattere. La maggior tecnica dell'avversario alla fine ha prevalso, ma la prestazione è stata tutto sommato positiva, con Semplici che può dormire sonni sereni.
E' scesa in campo con personalità la Spal, senza alcun timore reverenziale verso un avversario intenzionato a proseguire il filotto di vittorie, iniziato con i successi maturati contro la Fiorentina e la Roma. La difesa ha retto discretamente bene, Lazzari sulla destra ha creato non pochi problemi al suo dirimpettaio Dalbert, mentre a centrocampo, Mora, che ha corso ovunque, è stato un motorino inesauribile, pressando chiunque si trovasse nella sua porzione di campo. Uno dei migliori. Proprio da una sua inziativa, infatti, è nata la rimessa laterale che poi ha portato Paloschi, in girata, a concludere verso la porta avversaria. Non è mancata la personalità alla Spal, che però è stata punita dal 'classico episodio', che nel gioco del calcio decide i match: fallo di Vicari su Joao Mario, VAR che 'inchioda' la Spal e Icardi ha trasformato il penalty con estrema freddezza, da gran campione. Dopo il gol subìto, ovvio che l'Inter abbia preso in mano le redini della gara in mano, ma la Spal non ha mai dato l'idea di mollare. Sul campo è rimasta ben ordinata, mantenendo la giusta distanza tra i reparti, e di tanto in tanto, approfittando dei pochi momenti di rilassatezza dei nerazzurri, ha tentato qualche sortita offfensiva, come quella che Paloschi ha fallito sul finire del primo tempo.
Nel secondo tempo la Spal ha continuato a giocare a viso aperto. Un plauso alle prestazioni dei due esterni di centrocampo, Costa e Lazzari, i quali hanno arato le fasce di competenza, avendo comunque di fronte gente del calibro di D'Ambrosio, Dalbert, Candreva e Perisic. Semplici ha provato a giocarsi tutte le sue carte, rispolverando Antenucci e Grassi, ma la girandola di cambi ha spezzato un pò il ritmo della gara. Negli ultimi minuti gli estensi hanno accusato un calo fisico, abbassando paurosamente il baricentro di venti metri abbondanti. Contro squadre come l'Inter, questa non è cosa buona e giusta, ed i padroni di casa hanno punito ancora con Perisic. Un 2-0 finale che ha colpito oltremodo la caparbietà, la ferocia di una Spal che anche nella 'Scala del Calcio' non ha smosso di una virgola il suo modo di essere, sbarazzina. Ha confermato quella personalità che per raggiungere l'obiettivo della salvezza è necessaria. Ora sotto il Cagliari, al Mazza. Queste sono le gare nelle quali la matricola dovrà sputare sangue per far sua l'intera posta in palio.