Un tre a zero che non ammette repliche, quello rifilato ieri al Chievo, e che mostra una Juventus ordinata la cui parola d'ordine è stata "intensità". Per sessanta minuti abbiamo assistito a questo. Grinta, corsa ma molto disordine. Il nuovo modulo, con ben tre nuovi acquisti esordienti, non ha incantato nel collettivo pur esaltando le doti di Matuidi. Feroce su ogni pallone che si aggirava a sinistra, la zona di sua competenza. Forse ci si aspettava qualcosa in più da Douglas Costa ma è ancora presto per ingranare del tatticismo di Allegri. Poco male comunque, seppur a sprazzi, il brasiliano ha dato modo di far capire di che pasta è fatto. E l'avversario ordinato non ha certo aiutato nella costanza la giovane ala proveniente dal Bayern Monaco.

Sembrava che il gol sarebbe dovuto arrivare da un momento all'altro, la manovra era ben gestita nonostante la frenesia dei giocatori bianconeri ed un muro difensivo clivense che appariva pronto al crollo. Così è stato, ma a timbrare l'uno a zero non è stato il bomber Higuain né tantomeno l'atteso Douglas Costa ma Hetemaj che sbaglia porta ed insacca un sorpreso Sorrentino. Juventus Stadium croce e delizia per il centrocampista finlandese. Due anni fa segnò il suo primo (e per ora unico) gol in Serie A. Quest'anno provoca la punzione dal quale scaturisce il suo autogol. Ancor più paradossale il fatto che la porta sia stata sempre la medesima. Da lì in poi la Juventus gestisce fino all'inizio del secondo tempo, momento in cui il Chievo alza la testa ed inizia ad attaccare, costringendo i bianconeri nella propria metà campo, forse spiazzati da una reazione così veemente.

Allegri capisce che è ora di chiudere una partita che stava diventando troppo rischiosa e fa entrare Dybala, un altro giocatore rispetto a quello opaco visto con la nazionale argentina. Gli basta poco per spaventare la difesa clivense, fino al momento in cui duetta con Pjanic che lancia Higuain in porta. Un destro violento, rabbioso, che calcia via la frustrazione di esser rimasto a Torino e non essere stato convocato in nazionale. Un gol che taglia le gambe al Chievo e che di fatto chiude la partita con mezz'ora di anticipo. Nel mezzo, Dybala sfiora per due volte il gol fino a pochi minuti dalla fine. Bernardeschi fa passare un filtrante splendido che Dybala, dopo i suoi soliti dribbling trasforma in gol.

La prestazione non è stata delle migliori, c'è da dirlo. Sebbene ordinati in difesa, complice un grandissimo Matuidi, la Juventus è apparsa troppo confusa nella creazione della manovra d'attacco. Mandzukic ha risentito parecchio della fatica con la Croazia ed Higuain è apparso fin troppo nervoso. Pjanic provava ad inventare ma il centrocampo a tre lo limita parecchio nella gestione degli spazi, ma la sua voglia di far bene si è vista ed il gol sarebbe stato il giusto premio per una prestazione più che buona. Sulla sua strada però ha incontrato un Sorrentino ispirato che è riuscito a deviare un tiro tanto potente quanto preciso sulla traversa. L'ingresso di Dybala ha dato linfa vitale all'attacco e si è visto non solo dai gol, quanto dalle giocate. Manovra molto più fluida ed esteticamente bella a vedersi, come il fraseggio che ha portato al gol di Higuain: una triangolazione da manuale soprattutto per il movimento senza palla del Pipita, bravo ad attaccare lo spazio.

Numeri come quelli di questo inizio campionato non si vedevano da circa trent'anni: dieci gol fatti, appena due subiti (di cui un autogol ed un rigore). Considerando il fatto che la preparazione deve essere ancora smaltita, sorge spontanea una domanda: cosa accadrà più avanti?