Rolando Maran sceglie di volare basso, ricordando il mantra che da sempre circola negli uffici del Chievo Verona. Intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport, il tecnico clivense sceglie di non cedere ai facili entusiasmi, ricordando la mission vocazionale della propria squadra: "Il Chievo deve salvarsi, il nostro obiettivo resta la salvezza. Ma poi mi piacerebbe essere il primo della parte destra della classifica. Ci sono dieci squadre che per motivi diversi sono superiori a noi e nella maggior parte dei casi irraggiungibili. Poi ce ne sono altre dieci e tra queste vorrei finire in testa. Se valgono di più i tre scudetti di Allegri o le mie tre salvezze? Valgono tanto entrambe. Vincere non è mai semplice, però è difficile anche avere la continuità che ha mostrato il Chievo in questi anni".
Importante anche le parole sulla Juventus, prossima avversario dei veronesi: "Ripenso alle sfide con la Juve di questi anni: solo una volta ci hanno asfaltato, negli altri casi ce la siamo sempre giocata con le nostre caratteristiche. Quando vai allo Stadium sai che soffrirai ma è una sofferenza che ti fa crescere e cerchi il modo di farla durare il meno possibile. E di far soffrire un po’ anche loro. Dybala? Non ti dà riferimenti, è il più pericoloso". Rispetto ma nessun timore, dunque, per Maran, che ha sempre ammirato l'organizzazione delle big, pur non nascondendo un pizzico di invidia: "Invidia solo per il fatto che giocano per vincere. È stressante ma uno stress diverso dal mio e poi la domenica sera sono spesso più sereni di me. Un’altra differenza tra noi e le big è che noi non possiamo prescindere dall’organizzazione: non voglio soffocare le qualità individuali ma deve prevalere l’equilibrio".
In ultimo, l'ex tecnico del Catania ha detto la sua sul calciomercato del Chievo Verona: "Considerando il budget abbiamo deciso di affidarci all’esperienza dei titolari e alla voglia di emergere dei giovani. Lavoro molto con loro: la strategia del Chievo è basata su gradualità e accuratezza. Il concetto è: se non migliori non resti fermo ma vai indietro. Il margine di crescita diminuisce sempre più quindi cerchiamo di consolidare sempre più i nostri principi di gioco. Voglio che il Chievo sia soggetto attivo quando è il momento di soffrire. Ed è fondamentale l’organizzazione, se no ti vai a mettere nelle mani dell’altra squadra. Quando affronti una big bisogna preparare un piano A, un piano B, un piano C e un piano D. Anzi, a volte addirittura un piano E: bisogna esser pronti".