Da anni a questa parte, è assodato che la Serie A la vince chi ha la miglior difesa, chi subisce meno gol. D'altro canto è altrettanto vero che anche chi segna sempre con costanza ha buone possibilità di vittoria finale. In questo senso, la Juventus sembra aver cambiato tendenza, partendo con un bottino di gol fatti decisamente notevole se considerati gli anni passati. Sotto la gestione Allegri, nelle prime due giornate erano stati fatti rispettivamente tre gol nell'anno 2014/15, uno solamente nel 2015/16 e di nuovo tre nella scorsa annata.

In quest'anno appena iniziato, il bottino delle marcature è più che raddoppiato se andiamo a considerare l'inizio più prolifico della gestione Allegri, andando a superare il computo delle marcature della seconda annata di Conte, anno in cui i bianconeri segnarono sei gol spartiti tra Parma ed Udinese. 
Il mercato di questa estate (ancora in corso) ha dato segnali importanti che lasciano presagire una Juventus più in formato Champions e meno in formato campionato. Dopo gli addii di Bonucci e Dani Alves, rimpiazzati da Howedes e De Sciglio, davanti è stata applicata una mini rivoluzione che va ad alzare il livello e dei titolari e delle riserve. Douglas CostaBernardeschi diventano così due investimenti che puntano ad alzare l'asticella sul fronte qualitativo e quantitativo d'attacco.

Le due cessioni importanti hanno anche creato molti dubbi legati all'impostazione di gioco dalle retrovie, dove i sapienti piedi di Bonucci, regista difensivo, e Dani Alves, regista silenzioso, non hanno trovato degni sostituti funzionali alla creazione della manovra a partire dal reparto basso. Ma Allegri e le trovate tattiche non smettono mai di stupire ed in questo senso si può constatare come ci sia stato un cambio di gioco fatto di una fitta rete di passaggi che porta fino all'area avversaria. Le partite contro Cagliari e Genoa si sono infatti chiuse con due gol di diversa fattura ma originati da una lunga serie di passaggi che hanno portato alla conclusione vincente prima Higuain e poi Dybala, con due gol che hanno messo la parola "fine" alla partita. Meno lanci e più palla al piede, dunque. Questo appare il mantra di quest'anno, un'idea che lascia spazio alla tecnica e che può anche ricordare il famigerato tiki taka catalano, ma anche una partita di futsal. Pochi tocchi e tanto movimento collettivo in funzione di azione manovrate e di pregevole fattura. Alla faccia del brutto gioco difensivista allegriano.