Fino a poco tempo fa un 3-0 al Cagliari sarebbe stato considerato un risultato normale, in piena regola col dominio a cui la Juventus ci ha abituati negli ultimi anni. Ma per chi ha seguito i bianconeri e sofferto con loro nel corso di quest'estate, da Cardiff a oggi, questa appare come una vera vittoria scacciapensieri capace di togliere molti dubbi dalla testa di Allegri e dare la certezza al gruppo di essere ancora forte e competitivo.

Il mister decide di presentarsi all'esordio con il solito 4-2-3-1, nonostante nei giorni scorsi si fosse parlato molto di un possibile centrocampo a tre con tridente davanti, e la scelta anche questa volta paga. Il modulo sembra ancora il più adatto al gioco dei bianconeri e del tecnico toscano, e rimane sempre la miglior soluzione possibile, soprattutto in match contro squadre equilibrate che non pressano molto ma aggrediscono il portatore di palla a centrocampo e chiudono gli spazi. I bianconeri entrano in campo con un piglio diverso da quello di Domenica scorsa e si vede, anche se l'avversario non è ovviamente comparabile alla Lazio. Quando Mandzukic sblocca il tutto dopo 10 minuti la gabbia di Rastelli si sbriciola e i bianconeri possono iniziare a macinare gioco.

Il rigore parato da Buffon | lapresse
Il rigore parato da Buffon | lapresse

Certamente ci sono ancora tante cose da rivedere, com'è normale che sia all'inizio di una stagione dove sono cambiate tante cose. Ancora qualche disattenzione di troppo, come l'intervento un po' ingenuo di Alex Sandro su Cop che causa il primo rigore "var" della storia del calcio italiano: dietro per fortuna c'è sempre il solito Buffon, bravo a non abboccare alla finta di Farias che ferma la rincorsa ma non ottiene il risultato sperato, con Gigi che rimane immobile e lo costringe a calciare centrale. Manca inoltre un'alternativa stabile alla mancanza di Bonucci in fase d'impostazione, perché l'ex difensore bianconero riusciva praticamente a ricreare un centrocampo a 3 con i due mediani, che avevano la possibilità di alzare il baricentro.

Davanti però tutto funziona ancora a meraviglia, con i tre attaccanti tutti a segno. Higuain ha trovato la via della rete anche in una partita dove non ha brillato, e lo stesso Allegri lo ha elogiato dicendo che poi la forma arriverà col tempo. Dybala sembra aver messo le ali grazie alla "10", che in Supercoppa pareva averlo intimorito: gioca da "falso nueve" abbassandosi, togliendo punti di riferimento agli avversari e permettendo ai due esterni di salire. Infine, ovviamente, il solito Mario Mandzukic, che aveva fatto arrabbiare Allegri dopo la "serata no" contro la Lazio: il croato si sacrifica - come sempre - e segna quando serve. Manca ancora un po' di precisione, ma fa bene anche in chiusura di match da esterno col tridente

L'esultanza di Paulo Dybala (calciomercato.com)
L'esultanza di Paulo Dybala (calciomercato.com)

Nel finale di gara Allegri toglie Marchisio e Higuain, e con Khedira e Matuidi si passa a un 4-3-3 che offre buoni spunti, ma che non è ovviamente valutabile nel contesto di una partita praticamente già finita. Il nuovo acquisto proveniente dal PSG se la cava, ma ha ancora bisogno di rodare un po' gli ingranaggi ed inserirsi nel migliore dei modi della macchina bianconera. La soluzione tattica non è comunque da buttare, ma l'impressione è che meglio del 4-2-3-1 in questo momento non si possa avere, almeno in partite "normali", ma nel caso determinati match dovessero prendere una piega diversa Allegri sarà comunque certo di avere una valida alternativa tattica.