Tutto l'ambiente friulano voleva a tutti i costi la vittoria sul Frosinone, non perchè ci sia una qualche rivalità con i gialloblù, ma perchè l'eliminazione subita l'anno scorso da parte dello Spezia bruciava ancora troppo nel cuore di tutta l'Udinese e si voleva "cancellare" almeno dalla memoria a breve termine la figuraccia fatta con i liguri. Un'Udinese partircolarmente arrembante è riuscita a strappare un 3-2 che si è attirato degli elogi e delle critiche. Tra quest'ultime, tante sono fuori luogo, ma alcune meritano attenzione e non sono assolutamente campate per aria. Manca infatti un pizzico di lucidità ancora sottoporta. Le zebrette potevano segnare ben più di tre gol, ma c'è stata tanta imprecisione, che ha permesso al Frosinone di restare a galla e addirittura annusare un possibile pareggio nel finale (quando l'Udinese non ne aveva più) con Paganini che però ha fallito davanti a Scuffet, mangiandosi una rete che probabilmente avrebbe portato a un ribaltamento clamoroso del risultato. In secondo luogo la difesa pare avere ancora delle amnesie decisamente evitabili. Se togliamo il gol di Gori (traiettoria da posizione impossibile da prevedere, classico "gol della domenica"), quello di Crivello era sicuramente evitabile, ma la fascia sinistra ha avuto un tentennamento e in mezzo un rimpallo ha mandato fuori fase un po' tutti, cosa che non deve accadere.
Partendo dall'attacco. Sulle fasce la manovra scorre benissimo, con la squadra che ormai passa dal 4-3-3 al 4-4-2 e viceversa con estrema naturalezza, come richiesto da Delneri. Manca però ancora la cattiveria nel DNA di diversi giocatori. Quella stessa cattiveria che invece ha Thereau. Il francese infatti, nonostante il tecnico lo abbia praticamente dato come infortunato alla vigilia, ha giocato lo stesso, d'altronde è un senatore ed è quel giocatore che con un tocco solo può metterti in discesa la partita. Cosa che puntualmente avviene. L'ex Chievo infatti è praticamente fermo in campo e si muove come meglio crede, senza un ruolo preciso, ma, nonostante questo, alla prima occasione buona la butta dentro e alla seconda costringe Zappino alla parata, resa inutile dal tap-in di Lasagna. Questo tipo di cinismo ancora in avanti manca. De Paul infatti corre tanto ed è il giocatore che mette più ansie agli avversari, con tagli e dribbling continui, ma l'argentino fallisce sempre sul più bello, vittima forse di una condizione fisica ancora da trovare al 100% (il precampionato è finito da nemmeno una settimana). Un'occasione infatti la spara sul portiere avversario, un'altra se la fa ribattere e un altro paio di volte non arriva per un soffio al tocco vincente. Con lui anche Lasagna deve migliorare il feeling con il gol. Grazie a Thereau timbra il cartellino, ma a fine primo tempo ha una chance colossale a tu per tu con Zappino, con l'ex Carpi che non centra nemmeno lo specchio della porta. La manovra quindi c'è, ma bisogna essere più spietati, usando meno fioretto e più spada. Buoni segnali invece da Bajic. Il croato ha fatto solo qualche allenamento da quando arrivato, vittima di alcuni problemi burocratici risolti in questi giorni, ma sembra sapersi muovere bene là davanti, attaccando la profondità e cercando l'area spesso. Proprio con un suo movimento viene propiziato il gol sull'asse De Paul-Jankto. C'è da lavorare sull'ex Konyaspor, ma il talento sembra esserci.
Capitolo difesa. Spinosissimo. Ognuno ha il suo parere su come vada gestita la fase difensiva. Resta il fatto che l'Udinese talvolta ha ancora delle amnesie evitabili. Il primo gol è frutto di un episodio. Putroppo Gori ha trovato il tiro giusto dalla posizione meno pronosticabile possibile. Nessuno infatti si aspettava il tiro da fuori area dalla destra e invece la sua palla gira e si infila nel sette e a nulla serve il tuffo di Scuffet. Nell'occasione si poteva sicuramente fare qualcosa di più, con Hallfredsson che poteva ringhiare con più cattiveria sul centrocampista avversario, anzichè lasciarlo prematuramente ai difensori, che dovevano ancora uscire per pressarlo, ma resta il fatto che Gori ha trovato una giocata che non riesce quasi mai in partita. Precedentemente Danilo si era perso su una punizione Ariaudo, permettendogli di colpire di testa, amnesia probabilmente dovuta alla preparazione estiva che, su un giocatore che si avvia verso la fine della carriera, si fa sentire di più. Sul gol di Crivello invece c'è palesemente un errore da parte della difesa friulana, un po' come successo in occasione del secondo gol dell'AZ Alkmaar in amichevole. Innanzitutto la squadra si fa cogliere impreparata su un'accelerazione ciociara e questo nel corso di una partita ci può stare (è una cosa che esiste e si chiama contropiede, ci può stare che una volta succeda nel corso dei novanta minuti, non sempre, ma una volta sì). Quello che invece è meno accettabile è come la retroguardia ha gestito la cosa. Sulla sinistra c'è stata troppa libertà di crossare e in mezzo la spizzata di un difensore bianconero, che ha messo in gioco Crivello, non dovrebbe far sì che tutta la squadra si fermi a chiedere il fuorigioco. Come ha detto Delneri, la difesa deve ancora imparare a lavorare da sola, senza attendere l'aiuto di un Hallfredsson o di uno dei tornanti perchè non sempre i giocatori degli altri reparti possono correre in soccorso del pacchetto arretrato. Difetti risolvibili con il lavoro, domenica contro il Chievo ci sarà l'esordio in campionato e lì vedremo se ci saranno stati dei progressi che devono iniziare ad arrivare, visto che ora la squadra segna, ma in tutto il precampionato non è mai riuscita a mantenere la porta inviolata.