In bocca al lupo, @PauDybala_JR. Goditela da juventino vero. E facci divertire! @juventusfc #Dybala10 #ADP10 pic.twitter.com/GwML0dnvYe
— Alessandro Del Piero (@delpieroale) 9 agosto 2017
Così, ieri sera, Alessandro Del Piero ha commentato la scelta della Juventus di assegnare la maglia numero 10 a Paulo Dybala per la stagione 2017/18. Una scelta inevitabile, frutto di molteplici aspetti che hanno reso - o dovranno rendere - l'argentino un'icona bianconera.
Perché è il talento più limpido. Sembra un'ovvietà, ma non lo è. Dybala aveva legato il suo nome ed il suo sito ufficiale al numero 21, come volesse distinguersi, tracciando una strada per la sua carriera legata a quelle due cifre. Le aveva scelte dopo essere state per quattro stagioni sulla schiena di un certo Andrea Pirlo, le aveva onorate in campo. I talenti come lui, però, meritano la nobiltà della 10. Alla Juventus nessuno ha più estro di Dybala. Come fu per Pogba nel 2015.
Perché la 10 bianconera aveva bisogno di un padrone. Già, Pogba, l'ultimo a portare la dieci sulle spalle, ereditandola da Carlos Tevez, il quale a sua volta l'aveva scelta dopo un anno di vuoto - doveroso, dopo l'addio allo Stadium di Alessandro Del Piero. Le voci di 10 si erano cucite intorno a Bernardeschi, il quale poi ha ripiegato sul 33, probabilmente proprio perché la società aveva già deciso: quella maglia sarebbe finita sulle spalle di Paulo Dybala.
Perché quest'anno le responsabilità devono essere sue. L'anno scorso la Joya ha condannato il Barcellona con una doppietta allo Stadium, steso l'Udinese in rimonta, gelato il Milan dal dischetto sul gong, regalato sprazzi del suo talento in svariate occasioni. Forse, considerando cosa è e cosa può diventare Paulo Dybala, si è visto troppo poco. La stagione che si appresta a cominciare deve essere quella della consacrazione: deve togliere le castagne dal fuoco quando i suoi fanno fatica, deve essere l'uomo al centro del gioco, deve essere, semplicemente, il dieci. Averlo sulle spalle, oltre che dentro, è solo uno stimolo in più per arrivare all'obiettivo.
Perché è un simbolo. Dici Juventus, pensi Buffon e Dybala. Massimiliano Allegri, nel suo articolo per The Players' Tribune, ha citato questi due nomi come simboli della Juventus. Essere messi al pari del Capitano bianconero sotto questo aspetto equivale ad un'investitura, vale ancora di più se questa arriva dal proprio allenatore. Raramente la 10 è passata sulla schiena di giocatori che non sono diventati dei simboli: lo è stato anche Pogba, seppur per un solo anno. Lo è stato Tevez. Ora lo è anche Dybala.
Perché su di lui la Juventus ha in mente un progetto a lungo termine. Assegnare la maglia numero 10 a Dybala in mezzo alle voci di mercato che lo vorrebbero in Spagna, tra Madrid e Barcellona, è una prova chiara: resta qui. Ogni estate è differente, la politica bianconera può cambiare - magari tra un anno parleremo di maxi-offerte rifiutate, come fatto quest'anno per Alex Sandro. La situazione economica e tecnica è abissalmente diversa rispetto agli anni passati: il fatturato compie passi da gigante, ambisce ad avvicinarsi a quello delle regine. Nessuno può predire il futuro di Dybala, ma, al momento, rientra in prima linea nel futuro della Juventus Football Club s.p.a.. L'anno prossimo, come tra cinque anni.
Perché il marketing conta. Il prodotto di tutti questi fattori porta direttamente all'aspetto economico. La corsa all'acquisto della maglia numero 10, tornata d'attualità dopo un anno di pausa, è già cominciata. Dybala è il simbolo, il giocatore di maggior talento, quello in cui vengono riposte maggiori aspettative: i tifosi lo amano, come hanno amato chi ha indossato la 10 prima di lui. Tutti volevano la 10 a Dybala. Ora tutti vogliono la 10 a Dybala. Le casse bianconere possono riempirsi ancora.