È iniziato il cosiddetto "calcio d'agosto" anche per l'Udinese, che ieri si è disimpegnata nel primo test amichevole della stagione 2017/2018, al termine della prima fase del ritiro. Da oggi, tutti in Austria. Intanto Delneri ha fatto chiaramente vedere come, per ora, voglia tenere come modulo base il 4-4-2 anche se gli uomini schierati (sempre presupponendo l'arrivo della famosa punta, che si sta facendo attendere più del Messia) permettono di passare agevolmente ad un 4-3-3. Esattamente ciò che chiedeva il tecnico all'inizio del suo lavoro con i bianconeri. Mancano ancora degli elementi. Tralasciando il mercato, erano assenti Jankto (ancora in vacanza), Barak (scorie delle partite con la Nazionale, dalla prossima sfida il 19 contro l'Al Jeddah sarà a disposizione), Pezzella (ferie) e Samir (ultimi allenamenti di recupero dall'infortunio patito alla fine della scorsa stagione). Ecco quindi che Delneri si è ritrovato a sperimentare ancora più del previsto. In conferenza stampa aveva detto di voler provare Musavu-King e Bochniewicz nella posizione lasciata vacante da Felipe, ma ciò non è stato possibile, vista l'assenza di entrambi i terzini sinistri. Ecco quindi che i due ragazzi si sono dovuti reinventare esterni. A partire per primo è stato il polacco. Gara iniziata dal primo minuto anche per Ingelsson, sostituto di Janko sull'out di sinistra.
Questa la formazione schierata nel primo tempo: Bizzarri, Widmer, Danilo, Angella, Bochniewicz; De Paul, Badu, Hallfredsson, Ingelsson; Thereau, Lasagna.
Non è la formazione titolare, ma poco ci manca e la cosa si nota in campo, dato che molti giocatori si conoscono e alcuni meccanismi funzionano già, non c'è quindi bisogno di ricominciare dall'inzio. Widmer affonda più volte fino sul fondo della sua fascia, cosa facilitata dalla scarsa caratura dell'avversario, ma è importante che lo svizzero continui su questo andazzo. Inaspettato invece il feeling di Bochniewicz con la fascia. Il polacco infatti corre molto e mette in mostra anche un piede dalla tecnica superiore alla media, con cross molto insidiosi. Per quanto riguarda le novità, benino Ingelsson. Lo svedese, quando ha spazio per scattare e andare all'uno contro uno, mette in mostra buona personalità. Quando si tratta di fraseggiare nello stretto invece tende un po' a nascondersi. Bene Lasagna, ma si vede che nè lui nè Thereau sono due centroavanti. L'intesa è ancora da trovare, ma manca ad entrambi il killer instinct da dentro l'area. Le marcature si aprono grazie ad Angella, che insacca su calcio d'angolo. Ci pensa poi Thereau a far dilagare i bianconeri, prima segna il due a zero e poi, dopo l'autorete avversaria di Clarini (sfortunato nell'insaccare nella propria porta un cross basso), sfrutta al meglio un buon filtrante, penetrando sulla destra e insaccando ad incrociare, disinteressandosi della presenza di Lasagna in mezzo tutto solo. Feeling da trovare, ma da come giocano si vede che sono due doppioni.
La formazione del secondo tempo: Scuffet, Sierralta, Wague, Angella (Vasko, 22'), Musavu King; Matos, Balic, Fofana, Ingelsson (13' Garmendia); Ewandro, Perica.
Nel secondo tempo Delneri mette dentro Fofana, recuperato dopo il grave infortunio patito nel match contro la Juventus, e il centrocampo ne giova in dinamismo, ma le seconde linee in difesa e in attacco mettono in mostra parecchi problemi. In difesa Sierralta, giovane centrale cileno arrivato in prova, fa vedere chiaramente di non riuscire a fare il terzino, così come Musavu-King a sinistra non ha lo stesso passo di Bochniewicz e si nota chiaramente come sia fuori ruolo. Garmendia è una nota positiva. L'esterno della primavera infatti nei primi venti minuti, quando la squadra ha fiato, mette in mostra una buona tecnica, con un paio di aperture molto interessanti. Solito Matos invece sulla sinistra, tanta corsa, ma zero giocate. Riesce addirittura a sparare fuori dal campo un tiro da solo nel cuore dell'area di rigore. Va bene che calcia di sinistro, che non è il suo piede, ma non azzecca proprio la conclusione. Forse la richiesta di un vice De Paul da parte di Delneri non è così assurda. Davanti Ewandro-Perica, coppia sulla carta complementare ma stesso problema di prima, manca quel guizzo che ti permette di mettere dentro la zampata vincente e la cosa si nota. La squadra infatti, sfruttando il talento di Garmendia, Balic, Fofana ed Ewandro, crea più di qualche occasione, ma Perica si divora in successione tre palle gol e l'ex San Paolo coglie un palo dopo una splendida azione di prima. Ci deve pensare Molla Wague a mettere dentro la quinta rete, approfittando di un rimpallo in area dopo un calcio d'angolo. Rischia di essersi bruciato le sue chances Vasko che, in un reparto già affollato, gioca una partita disastrosa. Il giocatore della primavera entra infatti a metà ripresa e si vede fin da subito che l'intesa con Molla Wague non c'è, tanto meno quella col giovane Sierralta, alla prima partita in Europa e fuori ruolo. Al 39' Filip perde un pallone sangunosissimo al limite dell'area e ne approfitta Lombardi per insaccare uno splendido gol della bandiera. Pochissimo dopo il difensore commette di nuovo lo stesso errore (nonostante i rimproveri del più esperto Wague) e rischia di regalare il 5-2 alla Rappresentativa, ma uno Scuffet già in formato super dice no, con un riflesso meraviglioso.
Tante note positive, ma anche qualche basso di troppo per l'Udinese nel primo test. Delneri ha sicuramente raccolto molte indicazioni in vista del ritiro vero e proprio. In attesa dell'arrivo degli ultimi nazionali... e magari di qualche movimento di mercato.