Da giocatore, per sua stessa ammissione, Fabio Pecchia non lo marcava mai, ora proverà a recuperarlo per trascinare l'Hellas Verona verso una salvezza difficile ma non impossibile. Intervistato in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista di Napoli e Bologna tesse le lodi di FantAntonio, confermando la volontà societaria di porre il barese al centro del progetto: "Cassano ha avuto un impatto più che positivo. Con la società abbiamo imboccato questa strada dopo un'attenta riflessione. La prima risposta di Cassano e di Cerci è stata esattamente quella che aspettavamo".
"Se guardo alla carriera di Cassano - continua Pecchia - mi viene il rammarico. Avrebbe potuto vincere molto di più". E, parlando delle fase iniziali della trattativa, il tecnico dell'Hellas Verona ricorda il modo con cui la società scaligera ha convinto l'ex Sampdoria: "Gli ho detto di fidarsi di me e dei miei collaboratori. Tra un po' di tempo Antonio avrà voglia di giocare e ci saranno tanti appassionati di calcio che lo vorranno in campo. Io dovrò trattenere la sua voglia di bruciare le tappe, la sua e quella di Cerci. Ci vorrà un po' di tempo per riaverli al meglio. Io lavoro per il bene del Verona. Nel nostro gruppo ci sono tanti giovani in rosa che guardano ad Antonio con ammirazione".
Sulla possibile disposizione tattica, poi, Pecchia ha le idee molto chiare: "Il modulo di partenza è il 4-3-3, ma con le mie squadre ho anche utilizzato il 4-2-3-1. Vedremo. Non è una questione di numeri, ma di progetto tattico. Il mio Verona ha sempre scelto di giocare a calcio, di essere propositivo. Non stravolgerò quest'idea per l'arrivo di due pedine importanti. In questo momento più che parlare di schemi devo spiegare a Cerci e Cassano il mondo dell'Hellas". E, pungolato sui prossimi obiettivi, il tecnico si dimostra chiaramente cauto: "Non dobbiamo pensare che il Verona sia già salvo. Dobbiamo continuare a ragionare da squadra. Cassano e Cerci non sono i salvatori della patria, avremo bisogno di tutti".