Una piacevole intervista con Ivan Ambrosio, un giovane ragazzo italiano che ama girovagare gli stadi del mondo. E' molto legato all'Inghilterra, e ha come scopo quello di visitare tutti gli stadi d'Oltremanica e raccontare le sue esperienze in un libro. Ecco le sue parole:
Iniziamo con le presentazioni. Chi sei e di cosa ti occupi?
"Sono Ivan Ambrosio e ho vissuto in Inghilterra per circa un anno e mezzo, e oltre a lavorare e migliorare l'inglese, in questo arco di tempo, ho visitato oltre 300 stadi di calcio britannici e irlandesi, colmando il mio grande sogno di "toccare e vivere" il calcio inglese. Sogno di diventare allenatore di calcio, ma nel frattempo, sto lavorando sulla stesura del mio libro, dove andrò a raccontare tutte le emozioni che ho incontrato sulla mia strada durante il mio lungo viaggio."
Da dove nasce la tua passione di girovagare il mondo per visitare gli stadi? Da chi o da cosa hai preso spunto?
"È sempre stato il mio sogno vivere l'Inghilterra e il calcio inglese, quindi, diciamo che è stata una "chiamata", e non una mia decisione. Non ho preso spunto da nessuno, anche perché, sono pochissimi quelli che l'hanno fatto come me, in UK. Semplicemente tanta passione e tanto amore per la terra che amo. L'Inghilterra."
“La tua passione deve diventare un lavoro”. E’ questo il tuo bigliettino da visita per chiunque voglia confrontarsi con te. Cosa hai imparato viaggiando?
"Assolutamente si. Questa frase me la disse una persona a me tanto cara il 12 ottobre 2015, e da quel giorno, ho praticamente cambiato modo di vedere le cose. Il viaggiare e il vivere fuori, lontano da casa e dalle persone care, mi ha aiutato a crescere e maturare in fretta, e soprattutto a guardarmi le cose con le mie mani. Quando vai a vivere fuori, soprattutto all'estero, è una sfida continua, non puoi mai abbassare la guardia, perché la competizione è tanta, e se vuoi resistere, devi dare sempre il massimo, ovviamente se vuoi cercare di eccellere."
Io ci scherzo su. Esiste una piccola parte del mondo che non hai ancora visitato e che vorresti visitare?
"Ma sii, diciamo che mi sono divertito nel Regno Unito, in Irlanda, in Italia, un po' in Spagna e un po' in Germania. Ancora molto poco per quello che voglio fare. Praticamente prima o poi visiterò una buona parte dell'Europa e sogno di visitare tutti gli Stati Uniti d'America e il Canada, e già che ci siamo, mettiamoci anche l'Australia, il Sud America e un po' di Asia."
Tu sei un grande appassionato di calcio inglese. Che si tratti di Premier League, Championship o altre leghe minori non fa differenza. Hai calpestato l’erbetta di tanti stadi britannici, qual è stato il più bello? Puoi citarne più di uno se vuoi..
"Si, ne ho calpestati tanti, ma davvero calpestati! Pensa che in almeno una decina di stadi, compreso quello più antico del mondo (stadio dell'Hallam FC), ho giocato a pallone per almeno un'ora! Comunque di stadi belli ce ne sono tantissimi in Inghilterra, ma il fascino del Craven Cottage o dell'Old Trafford, sono inarrivabili!"
Rimaniamo sul tema delle infrastrutture. L’Inghilterra è avanti anni luce rispetto all’Italia. Hanno tutto e di più rispetto a noi. Cosa pensi del nostro paese? Cosa occorre per arrivare ai livelli del calcio d’oltremanica?
"Amo l'Inghilterra, ma amo tantissimo anche la nostra bella Italia, quindi non amo fare paragoni, però bisogna essere onesti e dire che loro sono avanti almeno 20 anni. Per avvicinarci a loro, oltre che costruire stadi e centri sportivi all'avanguardia, bisogna cambiare la mentalità, e questo, non sono sicuro che accadrà con tanta facilità... Mi spiego meglio: in Inghilterra, si vive il calcio con rispetto e con amore verso la propria squadra, verso il proprio stadio e andare allo stadio, è come andare a teatro! Le persone vivono il calcio in maniera "nobile", e la cosa più bella, è che gli stadi sono pieni di bambini e famiglie!"
Torniamo alle questioni di calcio giocato. Chelsea campione, Tottenham secondo e sempre bello da vedere. Le due di Manchester hanno fatto fatica in campionato, soprattutto i Citizens. Mou è riuscito a fare il tris di trofei, Guardiola a mani vuote e con tante incognite. Cosa manca al tecnico spagnolo per imporsi anche in Inghilterra? E’ un calcio troppo diverso rispetto al suo credo?
"Amo Pep, non quanto ami Conte, ma lo seguo tanto, quindi, secondo me, Pep ha bisogno di tempo e pazienza, e vedrete che riuscirà a fare grandi cose. Pep è un uomo con dei principi importanti di calcio, e trasmetterli dal primo momento, per quanto possano essere campioni i calciatori del Man City, non è facile, ma sono sicuro che la prossima stagione, il City sarà protagonista!"
Rimaniamo a Londra per parlare dell’Arsenal. Ma questo titolo vuole ritornare o no? Condividi la scelta di continuare il rapporto con Wenger?
"Arséne è una leggenda da quelle parti, e quindi, merita il massimo del rispetto, ma onestamente, credo che sia giunto il momento di cedere il trono ad un allenatore con più voglia di fare e di vincere, perché una squadra come l'Arsenal, onestamente, non può arrivare sempre dietro."
Cosa pensi del Leicester? I tifosi riusciranno a festeggiare nuovamente?
"Il Leicester ha scritto una pagina di storia del calcio mondiale, quindi, già si può essere fieri di tutto questo. Ovviamente auguro ai tifosi di festeggiare quanto prima, ma non sarà facile, visto che competizione che si trova in Premier."
Facciamo un tuffo in nazionale. Cosa pensi di Southgate? E’ l’uomo giusto per far tornare grande l’Inghilterra?
"Non so, l'Inghilterra è una Nazionale con incredibili calciatori se presi singolarmente, ma che non riescono a concludere quasi mai nulla di buono se messi insieme. Ovviamente gli auguro di raggiungere quanto prima il successo a livello europeo o mondiale, anche perché, manca da ormai troppi anni."
Under 20 campione del mondo, U21 in semifinale del campionato europeo. Gli inglesi possono guardare con ottimismo al futuro?
"Spero di si, lo spero con tutto il cuore, visto che amo l'Inghilterra come la mia madre patria. Ci sono tanti giovani di talento, e credo che nei prossimi anni, si potrà concludere davvero qualcosa di importante!"
Chiudiamo con questa semplice e banale domanda: dove andrai adesso?
"Al momento sarò in Italia per un lungo periodo, poi dal 2018 si deciderà dove andare, magari, lavorando come allenatore, mio sogno e mia più grande passione!"